C’è poco da fare: il male è divertente.
Potete pensare che io sia un masochista: il mio essere di sinistra potrebbe esserne una prova; ma io mi riferisco al mondo della letteratura e, più in generale, al mondo della fiction.
Gli esempi non mancano; basterebbe citare i personaggi (eroi?) di Romanzo Criminale per chiarire il concetto.
Pensate a Renton in Trainspotting, alla sua dissertazione sul piacere di farsi di eroina: non c’è alcun rimorso; anzi, se scambiassimo la parola eroina con “caffè” sarebbe un ottimo monologo per la pubblicità.
Essere sedotti rimanendo comodamente seduti in poltrona; concedersi del tempo per andare oltre le proprie comode certezze, consapevoli che quando chiuderemo il libro saremo sempre sulla nostra poltrona.
Ci sono invece altre storie dove questa sorta di condivisione di “valori” non è possibile, e tutti gli spigoli dei personaggi non sono smussati, ma messi ben in evidenza. È il caso di Salvatore Petrachi, protagonista di “Lascia Stare La Gallina” opera prima di Daniele Rielli (Bompiani).
In realtà, Daniele Rielli non è un vero esordiente della parola scritta, in quanto con lo pseudonimo di Quit The Doner si è fatto conoscere su diverse testate italiane per i suoi reportage in cui, al rigore giornalistico, si aggiunge una scrittura fluida, ironica e libera da certi monoliti ingombranti della prosa giornalistica.
Tornando a Salvatore “Totò” Petrachi, che dire? Beh: è un pezzo di merda.
Lercio (questo è un riferimento per intenditori, vediamo che lo capisce) come pochi, Petrachi è un ex poliziotto con le mani non proprio pulite che sogna la scalata al potere nel Salento del 2011. Pur venendo da una famiglia di umili origini non cerca il riscatto sociale, non gli interessa; vuole solo il potere, tutto quello che può prendere con le sue mani. Per questo invidia/odia l’avvocato Nicoletti, il “ Predestinato”, come lo chiama lui, proveniente da una famiglia dell’alta borghesia leccese, sin dalla nascita destinato ad occupare una posizione di potere nel mondo. È proprio Nicoletti a trascinare Salvatore nell’indagine di omicidio che rigurada un suo cliente facoltoso accusato di aver ucciso una ragazza a Frassanito, località di vacanze molto famosa tra i giovani.
Fino a qui sembrerebbe il classico thriller italiano con un protagonista sopra le righe; c’è molto di più.
“Lascia Stare la Gallina” è la storia del lato più oscuro e abbietto – e pure compiaciuto – dell’animo umano. Salvatore Petrachi non ha alcuna forma di pentimento per il suo agire: tutti sono sacrificabili ai suoi occhi per i suoi fini. E noi che siamo dall’altra parte del libro non riusciamo ad avere alcuna empatia per lui; né questa viene cercata.
Petrachi ci carica tutti sulla sua amata X5 e ci porta a tutta velocità nel Salento bene che tanto bene non è, nell’agosto del 2011, a pochi mesi dalla fine del governo Berlusconi, tra notabili che cercano di capire dove tira il vento, prostitute dell’Est e un mare di cocaina.
Il romanzo però non è monologo di Salvatore. Ci sono tanti personaggi che con lui sono protagonisti delle oltre seicento pagine: ognuno con la propria voce traccia il perimetro della storia; e, capitolo dopo capitolo, tutti insieme contribuiscono a svelarla.
A sorreggere questa struttura c’è la scrittura di Rielli che fluisce che è un piacere, adattandosi alle diverse voci e situazioni senza mai perdere il ritmo.