A due giorni dall’attentato dello scorso 13 novembre, a Parigi tutti hanno comprato Festa Mobile di Hemingwey, schizzato così all’8° posto della classifica dei più venduti dopo che in un’intervista ne aveva parlato una 70enne parigina.
Il libro è diventato un modo per rendere omaggio alle persone uccise e ferite nell’attentato, una sorta di rivendicazione dei sentimenti parigini.
Festa mobile, romanzo autobiografico, scritto tra il 1957 e il 1960, racconta il periodo parigino dello scrittore americano[1], quando la città era il punto di riferimento della vita artistica, culturale e intellettuale di tutto il mondo. Una dichiarazione d’amore per la città e il suo senso di libertà, l’individualismo, il piacere e la gioia per la vita.
Per Parigi non ci sarà mai fine e i ricordi di chi ci ha vissuto differiscono tutti gli uni dagli altri. Si finiva sempre per tornarci, a Parigi, chiunque fossimo, comunque essa fosse cambiata o quali che fossero le difficoltà, o la facilità con la quale si poteva raggiungerla. Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio. Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici.
In Italia, invece, a seguito dell’attentato di Parigi, è schizzato in classifica al primo posto di Ibooks, lo store on line dei libri di Apple, La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci, che si è piazzato al secondo e terzo posto dei libri più venduti su Amazon. Per non parlare dell’hashtag #fallaci molto utilizzato nei tweet e su facebook. Lo spunto da cui nasce è abbastanza noto: dopo l’11 settembre 2001, il direttore del “Corriere della Sera” le chiede di scrivere un articolo, interrompendo il silenzio che ha accompagnato il suo volontario “esilio” in un appartamento di New York. Quando Oriana Fallaci accetta, infrange un silenzio autoimposto che ha tenuto a freno fino a quel momento tutto la sua inesauribile invettiva.
Chi non ha paura della guerra è un cretino. E chi vuol far credere di non avere paura alla guerra, l’ho scritto mille volte, è insieme un cretino e un bugiardo. Ma nella Vita e nella Storia vi sono casi in cui non è lecito aver paura. Casi in cui aver paura è immorale e incivile. E quelli che, per debolezza o mancanza di coraggio o abitudine a tenere il piede in due staffe si sottraggono a questa tragedia, a me sembrano masochisti.[2]
A Parigi, con la città blindata in seguito agli attacchi terroristici, i cortei sono proibiti. Nel primo pomeriggio di domenica 29 però manifestanti che si sono autodefiniti “AntiCop21” hanno sfidato i divieti e sono scesi in strada a Place de la Republique. L’ONG Avaaz aveva organizzato nella stessa piazza un’enorme installazione cui tutti erano stati chiamati a contribuire lasciando un paio di scarpe dirette con la punta verso la Nation, percorso previsto della manifestazione annullata. Testimoni a place de la République hanno visto alcuni manifestanti, che si sono scontrati con la polizia, utilizzare come ‘proiettili’ o semplicemente togliere di mezzo i tanti omaggi alle vittime degli attacchi del 13 novembre posti attorno alla statua della Marianne. Molti altri militanti, pacifici, si sono adoperati per rimettere a posto gli oggetti.
Tutto questo mi ha lasciata perplessa.
Se da una parte Parigi mi da l’idea che voglia rivendicare un amore per la vita, utilizzando come simbolo Festa mobile, dall’altra sembra dimenticare troppo in fretta.
Ho controllato le classifiche dei più venduti in Francia e in Italia per cercare di chiarirmi un po’ le idee e, a distanza di due settimane, dalle classifiche francesi manca ogni traccia del loro recente vissuto. In Italia ancora oggi è presente, invece, La rabbia e l’orgoglio, presente in tutte le classifiche degli store on line seguito subito dietro da Il Corano[3].
Come interpretare questi dati?
Forse i francesi sono poco interessati a informarsi a differenza degli italiani che leggono la Fallaci e il Corano, oppure nel marasma ricercano l’ orgoglio nazionale e una sorta di spensieratezza nelle parole di un cantore d’eccezione come Hemingway?
Gli italiani sono un popolo di intellettuali che va a leggere il Corano per informarsi o un popolo di razzisti che nelle parole della Fallaci ravvivano il fuoco dell’invettiva e dell’odio culturale?
[1] Hemingway visse a Parigi dal 1921 al 1928.
[2] http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/15/rabbia1.shtml
[3] La rabbia e l’orgoglio si trova al 16° posto tra i più venduti nella classifica di IBS; su Mondadori store si trova al 19° posto seguito al 20° posto dal Corano; su Feltrinelli store lo troviamo al 52° posto mentre il Corano è al 56° posto della classifica dei più venduti.