Si tratta di una vexata quaestio vecchia come l’asolescenza. Chi di noi ragazzi maschi non ha mai avuto una Signora Robinson cui dedicare notti e pomeriggi solitari? Nota Bene: l’Autore non condivide (non più) le indagini esistenziali dei personaggi sotto evocati.
Eravamo in quattro, birre alla mano, intorno al tavolo della veranda.
Una serata ignorante, di quelle che si organizzano per festeggiare la laurea, in Filosofia nel nostro caso. Facevamo il gioco “un sorso, una scopata”. Era il turno di Marco, aveva bevuto e rilanciato con «vi siete mai fatti una milf?» e tutti noi avevamo bevuto perché no, nessuno di noialtri era mai riuscito a coronare il sogno erotico di una vita da adolescente. Marco, a quanto ci diceva, sì, quindi volevamo i particolari.
La milf di Marco era stata la sua amministratrice di condominio quando viveva fuori sede. Si chiamava Laura, aveva – al tempo della storia con Marco – quarantatré anni. Il mio vecchio amico ce la descrisse come una professionista in qualche ramo della finanza, madre di due bambini di dieci e otto anni.
Capelli castani lunghi al trapezio, occhi a mandorla, naso camuso, pelle olivastra e viso tondo. Marco ha sempre avuto una certa preferenza per le donne esotiche, asiaticheggianti. Ovviamente abbondò in descrizioni fisiche, ma è inutile stare qui a specificare com’era la signora Laura. Sprecherei solo termini e aggettivi. Voglio dire, sappiamo tutti com’è la quinta di un seno materno, quindi, oh, immaginate per voi la vostra quarantenne dei sogni, che esista o meno, ma non fate fare a me la figura dello sporcaccione.
Tutto era cominciato con la quota mensile per il condominio, che la donna riscuoteva mensilmente bussando casa per casa. Era divorziata e il condominio era abitato perlopiù da anziani bisbetici che ce l’avevano a morte con lei per svariate ragioni. Un buongiorno oggi, uno domani; un «cosa studi all’università?» in ascensore, «che media di voti hai?» per le scale e Marco fu assunto per dare ripetizioni al figlio più grande.
Tempo una settimana, Laura offrì a Marco di rimanere per il tè dopo la lezione. Si sfogò, raccontò la storia col marito, cosa era andato storto, le difficoltà, le maldicenze sul suo conto. Marco ebbe il la per raccontare della sua relazione finita male con Claudia e, due settimane dopo, Laura mostrò la camera da letto a Marco. Anche qui, ragazzi, glissiamo. Certo, per nostra fortuna Marco non fu tirchio di particolari, ma non è che devo spiegarvi io com’è che si fa sesso. O no?
Marco concluse la sua storia. «Siamo rimasti in amicizia, comunque. Ogni tanto ci sentiamo e se capita che risalgo, la vado a trovare.»
Eravamo tutti ammirati, gli battei una pacca sulla spalla.
Fabiano si grattò la barba. Strinse le labbra e gli occhi pensosi.
«Che c’è che non ti convince, Fabia’?» domandò Marco, con tono permaloso.
«Non crede alla storia» dissi io.
«No, non è quello.» rispose Fabiano. «Alla storia ci credo, ma…»
«Ma…?»
«Stavo pensando. Una milf, dopo che ci sei andato a letto, è ancora milf?»
«No, non ti seguo» disse Marco. Prese un sorso di birra.
«È un ragionamento che faccio» sospirò Fabiano, incurvandosi sul tavolo. «Una milf è una “mammina che mi piacerebbe farmi”, giusto? Mother I’d Like to Fuck.»
«E fin qui ci siamo.»
«Ecco, ma una volta che te la sei fatta – mi seguite? – è ancora giusto parlare di “mammina che mi piacerebbe farmi”? Voglio dire, te la sei fatta, no? Il condizionale muore, è un fatto che te la sei fatta. Cade la l, mi capite? Una milf che ti sei fatto diventa una “mif”.»
Annuii. «Quindi i siti porno sbagliano. Voglio dire, in tutti quei video in cui il belloccio di turno si fa la vicina quarantenne e gnocca, non si sta facendo una milf, ma una mif, cioè, se la sta facendo, quindi non è più milf. Cazzo, se è così…» Sbarrai gli occhi, la bocca mi si schiuse. La mia mente era come diventata abbastanza capiente da contenerci il cielo! Era come se, alzando lo sguardo alle stelle, ne comprendessi l’arcano disegno nascosto!
«Certo, certo, è un po’ come quella cosa sulla Fisica Quantistica» continuò Fabiano. «“Se osservi il fenomeno, lo influenzi”. Se ti fai una milf, non è più la tua milf. Sarà la milf di qualcun altro, ma non più la tua, perché tu te la sei fatta.»
«D’accordo!» sbottò Marco, la mano alla fronte. «D’accordo, vinceremo il Nobel per aver scoperto una nuova categoria di You Porn! Ora possiamo andare avanti, volete?»
«Tu non capisci la portata della questione!» protestò Fabiano. «In tutti questi anni, noi abbiamo sbagliato tutto, anche questo stupido gioco! Non ha senso chiedere se ti sei mai fatto una milf. Non ha più senso, cazzo! Farsi una milf è impossibile, astrazione, una sega mentale in tutto e per tutto! Nessuno! Nessuno – cazzo! – potrà mai farsi una milf!»
Silenzio.
Toccava a me. Sorseggiai e chiesi «Vi siete mai fatti qualcuna mentre eravate in Erasmus?»