Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di “Campagna Welcome Taranto“, rete di cittadini del capoluogo jonico che dallo scorsa estate sono attivi nell’accoglienza dei migranti.
La situazione nella quale versa il Centro di Prima Accoglienza Straordinario Pala Ricciardi è paradossale perché ‐ seppure grazie alla quotidiana opera della protezione civile e all’attiva partecipazione di volontari e volontarie, si riesce con difficoltà a fare fronte ai bisogni primari di donne, uomini e bambini in fuga dalla guerra e dalla povertà ‐ l’inadeguatezza dell’intervento da parte delle Pubbliche Istituzioni è purtroppo una costante nella non adeguata gestione del transito di migranti. Il Pala Ricciardi, è bene ricordarlo, non è un edificio progettato per adempiere all’accoglienza e soggiorno di un elevato numero di persone che, in alcuni casi da diversi mesi, attendono di conoscere la loro meta futura. A causa della sua originaria destinazione d’uso, il Pala Ricciardi non risponde, ad oggi, agli standard minimi che possano rendervi possibili transito e permanenza.
Può una situazione sociale dalla così evidente importanza essere gestita grazie al solo intervento, encomiabile ma non risolutivo, di volontari e volontarie? Possono le Pubbliche Istituzioni continuare a sottrarsi alle proprie responsabilità politiche e sociali e continuare a negare la programmazione di interventi che vadano al di là della distribuzione dei pasti e delle pulizie degli ambienti? Il rischio è evidente: a ormai un anno di tempo rispetto all’apertura, il cui impiego era stato immaginato per permanenze brevi nell’attesa dei trasferimenti dei migranti nei centri di accoglienza definitivi, Il Pala Ricciardi ospita invece oggi anche persone, che hanno già formalizzato la loro richiesta di asilo e alle quali non sono riconosciuti i diritti del loro status quali: assistenza psicologica, legale e diaria. Per questa ragione, accanto alla denuncia delle condizioni di vita dei migranti che alloggiano presso la struttura in oggetto, e dopo aver sottolineato la centralità della funzione del volontariato nella gestione di questa complicata situazione, è necessario chiedere con forza l’intervento delle Istituzioni affinché garantiscano con urgenza le condizioni abitative e di accoglienza dignitose, sia per gli uomini che per le donne, prendendo atto in oltre, che queste soffrono, più di qualsiasi altro ospite, della disagevole situazione di promiscuità.
Siamo dunque dell’opinione che l’accoglienza non possa ridursi alla distribuzione dei pasti, ma che sia necessario provvedere a forme strutturate, organizzate ed efficaci di integrazione. Oltretutto, la situazione nella quale versa la struttura, a fronte del numero degli ospiti configurabile in diverse decine, non permette di raggiungere livelli minimi di privacy, con un’evidente difficoltà per i soggetti più esposti e vulnerabili quali bambini e donne in stato interessante. Seguiamo con attenzione quello che sta accadendo a Ventimiglia e in altre zone di transito del nostro paese e constatiamo, anche nella situazione che si è configurata al Pala Ricciardi, il segno complessivo di un arretramento degli standard minimi di accoglienza e conseguente degrado dei livelli di dignità.
Non è più tollerabile che un fenomeno sociale così complesso e gravoso sia gestito in maniera così superficiale dalle autorità preposte. Sarebbe sicuramente inaccettabile che diverse decine di cittadini italiani soggiornassero, in alcuni casi per diversi mesi, in una situazione di precarietà strutturale altrettanto allarmante. Per quale motivo si ritiene che questa sistemazione così inadeguata debba, invece, essere accettabile per chi si ritrova a soggiornare e/o in transito nel nostro paese, in fuga da guerra e miseria? Perché si violano i diritti che pure sono riconosciuti a queste persone? Accanto alla necessità di sottolineare l’urgenza dell’intervento delle Istituzioni preposte e per il rapido superamento del non adeguato sistema di accoglienza predisposto nei locali del Pala Ricciardi, nell’attesa della predisposizione di strutture idonee rispondenti alle esigenze dei migranti, invitiamo tutti ad intervenire nei prossimi appuntamenti in programma: ascoltare le voci, i racconti, le speranze e i timori delle donne e degli uomini che si ritrovano a soggiornare presso il Pala Ricciardi è un esercizio efficace di connessione alla realtà e aiuta a comprendere come il diritto all’accoglienza e all’accesso ad un futuro dignitoso per tutti non debbano essere più negati.
Campagna Welcome Taranto