Oltre le polemiche dei commercianti, oltre la rottura di una conduttura del gas, oltre i disagi per l’incremento del traffico nella stagione delle scuole e degli uffici che lavorano a pieno regime, i lavori per la pista ciclabile di Viale Magna Grecia vanno avanti. La questione è controversa e a tratti paradossale.
A renderla controversa sono gli sviluppi futuri. Infatti, la pista nasce in Viale Virgilio e muore all’altezza di Via Veneto, ma ciò che è peggio è che non si sappia se in futuro si vorranno o si potranno realizzare altri tratti. È certo un inizio, ma timido e poco funzionale, a meno che , come direbbe una signora intervistata stamattina, “i ciclisti non vogliano fare avanti e indietro da Viale Virgilio a Via Veneto”.
A renderla paradossale è, invece, l’avversione dei commercianti di Viale Magna Grecia. Quasi fosse solo una velleità dell’amministrazione comunale e non una vera necessità, i commercianti guardano con rassegnazione il cantiere come la causa della perdita dei loro preziosissimi parcheggi. Sembra quasi che la possibilità che in Viale Magna Grecia ci si possa andare in bicicletta piuttosto che in auto sia una chimera.
Come osserva il titolare della Lottomatica, a meno che non costruiscano dei parcheggi alternativi a quelli che sono andati perduti con l’allargamento del marciapiede che ospiterà la pista, questa creerà solo grossi problemi per i nostri clienti. Non sanno dove parcheggiare. Qui dietro c’è il parcheggio della parrocchia ma è sempre pieno”.
Insomma, pare che i commercianti credano poco nella vocazione ciclistica dei cittadini tarantini, tanto meno in quella dei propri clienti. Pare anche che dall’inizio dei lavori il flusso di clienti sia calato: “non credo che la clientela motorizzata possa tradursi in clientela ciclomunita. Credo, piuttosto, che la pista verrà usata come area passeggio dagli anziani, tanto più che il progetto prevede che ci siano anche delle panchine”, chiosa il proprietario della Lottomatica.
Per non parlare dei problemi di ordine logistico. Ad esempio, all’altezza della rotatoria ci fa notare che proprio davanti alla porta del proprio negozio il marciapiede viene dimezzato per lasciar spazio ad un tratto di pista ciclabile. Questo per ovviare ai problemi portati dalla rotatoria. Infatti, arrivati a questa i ciclisti, per svoltare in Corso Italia, dovranno attraversare la strada e percorrere un tratto di marciapiede a loro destinato. Un sistema che potrebbe rivelarsi scomodo quanto pericoloso, sia per i pedoni che per i ciclisti. Il pescivendolo inoltre ci tiene a sottolineare che all’amministrazione è stata richiesta una piccola area riservata al carico e scarico delle merci. Richiesta rimasta inascoltata: “La pista è una cosa molto buona, ma per realizzarla ci stanno provocando un sacco di disagi”.
Dunque, il problema non è tanto e solo la pista da un milione di euro, quanto le scelte poco efficienti e funzionali dell’amministrazione che si barcamena nel tentativo di completare un percorso ciclabile che sembra non avere né testa né coda.