Cogliendo l’occasione fornita dalla nascita del periodico di informazione Lu Sbantuso, abbiamo incontrato alcune attiviste e alcuni attivisti di Sud in Movimento, dinamica e partecipata associazione politico culturale grottagliese, attiva e radicata nel territorio a difesa dei beni comuni e per un’idea di democrazia inclusiva, solidale e partecipativa. Ne è uscito un dialogo intenso e suggestivo, grazie alla competenza e alla passione dei ragazzi e delle ragazze di Sud in Movimento con i quali abbiamo dialogato e che, per la portata delle riflessioni che producono, descrivono un paradigma di pratica politica estremamente interessante ed appassionante, anche al di là del territorio di Grottaglie.
Come nasce l’idea di dare vita a questo nuovo strumento di comunicazione con la cittadinanza grottagliese? Da dove viene questo curioso e suggestivo nome?
Lu Sbantuso è il pastorello presente nella natività, caratterizzato da un’espressione di sorpresa. Nella nostra metafora, vogliamo provare, anche grazie a questo strumento, a suscitare un senso di meraviglia nella cittadinanza grottagliese intorno a varie tematiche della vita cittadina. In questo numero affrontiamo il problema della discarica, questione atavica per la nostra città e per i comuni vicini. Non siamo giornalisti, vogliamo raccontare in maniera parziale la nostra società, anche in ambiti diversi rispetto all’argomento di questo numero. Abbiamo scelto uno stile di comunicazione leggero, per rendere accessibile a tutti il nostro pensiero. Il nostro giornale è espressione dell’assemblea di Sud In Movimento: ci mettiamo le nostre idee, consapevoli che non esista informazione imparziale. Vogliamo che Lu Sbantuso sia una scintilla capace di suscitare dubbio , curiosità e che sia uno strumento di emancipazione culturale, anche oltre la tematica della discarica. Nella creazione degli articoli, è fondamentale il processo di condivisione delle idee, che mettiamo costantemente in pratica come metodo politico.
Perché avete maturato, proprio in questa fase, l’idea di creare questo interessante progetto?
Sud in Movimento ha sempre cercato di mettersi in gioco. In quest’ottica, il giornale cartaceo è uno strumento che ci mancava, per cercare di raggiungere chi non accede alla rete. Contemporaneamente, abbiamo avvertito l’esigenza di uscire fuori, in un territorio che tende a rinchiudersi. La tematica di questo numero è legata alla vicende della discarica: anche dopo la fine del presidio, continuiamo a presidiare, anche istituzionalmente tramite il nostro consigliere comunale Ciro D’Alò.
La tematica della discarica è in continua evoluzione, per quanto riguarda per esempio i processi in corso collegati alle mobilitazioni del presidio permanente, ma anche dal punto di vista di un possibile ampliamento della superficie attualmente presente. Arrivano infatti da più parti segnali che l’apertura del quarto lotto è un’ipotesi in campo. Un’ipotesi da scongiurare assolutamente. La cittadinanza reagisce in maniera alterna a queste sollecitazioni. Da un lato è sicuramente indisposta dalla presenza della discarica e da tutti il problemi collegati, ma allo stesso tempo è, nel complesso, scoraggiata: c’è un clima da “tutti a casa”, c’è scoraggiamento, ma saremo, anche in questo caso, pronti a lottare contro lo sfruttamento del territorio. Pensiamo che la partecipazione attiva, in questi casi, sia uno strumento indispensabile per la lotta politica, per questo abbiamo scelto di dedicare a questa fondamentale tematica, la scorsa estate, l’edizione della Notte dei Briganti.
Nella vostra consolidata esperienza di intervento sul territorio, nonostante il clima di avversione che, ad ogni livello, circonda la parola politica, riuscite a coinvolgere un’ampia porzione di cittadinanza: qual è il vostro metodo per riuscire a parlare di politica in maniera larga e partecipata?
Per incidere nelle dinamiche che attraversano un territorio, per noi è imprescindibile avere un’idea di mondo e di società. Sud in Movimento è innanzi tutto un metodo, altrimenti non sarebbe possibile fare politica per dieci anni raccogliendo molti consensi. Il nostro metodo è l’orizzontalità: siamo aperti a tutti coloro che desiderano partecipare, in qualunque momento. Ci teniamo molto ai processi di assunzione democratica delle decisioni, per questo non votiamo nelle nostre assemblee ma discutiamo fino a raggiunge una posizione condivisa: pensiamo che questo sia il metodo più indicato per coinvolgere e far sentire tutti partecipi nei processi decisionali.
Non siamo interessati a scorciatoie di vario tipo: siamo sempre pronti a condividere la lotta con altri soggetti che condividono i nostri valori, ma senza allontanarci dal nostro metodo, anche se questo tipo di approccio comporta molti sacrifici.
Quali emozioni, suggestioni e ricordi vi portate dietro dall’intensa esperienza del presidio in opposizione all’ampliamento della discarica? Come ha inciso, nelle vostre vite, questa esperienza allo stesso difficile, intensa, entusiasmante?
L’esperienza del presidio partì dall’idea di mettere su un’iniziativa dal nome “discarica sotto le stelle”: in un campo adiacente alla zona interessata dalla discarica, lanciammo pubblicamente l’idea di trascorrere una serata in un luogo reso inospitale, per via degli odori nauseabondi. Venne molta gente, e tanta altra gente se ne scappò, per via dell’odore insopportabile. A partire dalla settimana successiva, ci fu un ampio processo di aggregazione spontanea, che coinvolgeva anche gli abitanti dei comuni limitrofi che vivono problematiche simili alle nostre.
È stata un’esperienza che ci ha segnato molto, e anche le vite di chi non frequentava abitualmente la mobilitazione ne sono uscite trasformate. C’è stata una buona dose di incoscienza e di sacrificio: è da questi gesti che si misura il senso di attaccamento ad un territorio. Ora, nell’era dei social network, tutti si professano rivoluzionari, ma in realtà è l’aggregazione reale e fisica tra le persone a suscitare emozioni indescrivibili, nella continua condivisione e socializzazione dei problemi.
Ci rimangono le emozioni e i ricordi di una protesta totale, allo stesso tempo fisica ed intellettuale. Un’esperienza totalizzante, estenuante, che ti cambia la vita: bisogna esseri bravi a saper valutare i risultati nel medio termine per non lasciarsi scoraggiare. Il bilancio di quest’esperienza è complesso: ci sono dentro i processi, le minacce. Sicuramente la nostra vita e cambiata, nell’approccio complessivo al mondo.
– qui il blog di Sud in Movimento: http://www.sudinmovimento.com/blog/
– è possibile ritirare gratuitamente Lu Sbantuso presso la sede di Sud in Movimento e in numerosi altri punti di diffusione nella cittadina di Grottaglie. Lu Sbantuso è consultabile anche on line a questo indirizzo: http://www.sudinmovimento.com/blog/2014/04/22/lu-sbantuso-numero-zero/