Personaggio politico di lungo corso, ultimo sindaco comunista di Taranto all’inizio degli anni ’80, deputato Pds nel 1994, e poi senatore nelle fila dei Ds, ininterrottamente dal 1996 al 2006, Giovanni Battafarano è ora il Presidente dell’Anpi Taranto, oltre che membro del direttivo nazionale dell’antica e più gloriosa tra le associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal Comitato di Liberazione Nazionale del Centro Italia, oggi, L’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con i suoi oltre 100.000 iscritti ed attraverso una mirata politica di apertura ai giovani è ancora in prima linea nella custodia e nell’attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza. Quale migliore occasione, quindi se non il 25 Aprile, un’occasione che la memoria e la storia ci offrono per ricordare che è nostro compito continuare a difendere le libertà personali, l’uguaglianza e i principi fondamentali della Costituzione, quello che altri, prima di noi, hanno conquistato, per farci una chiacchierata? Con lui abbiamo discusso di antifascismo, di memoria storica, di costituzione , ma non solo.
Il ruolo dell’Anpi oggi non è quello di un’associazione di reduci, ma è una comunità di uomini e donne liberi che non indietreggiano davanti all’impegno di custodire la Costituzione, l’ architrave su cui si poggia la convivenza del nostro Paese. e la Repubblica, nata dalla lotta di resistenza nazi-fascista. Proprio in virtù di questo ruolo, subito si è messa in moto con diverse iniziative per fare memoria di alcuni momenti storici che non possono di certo essere lasciati nel dimenticatoio. Può spiegarci a Taranto L’Anpi locale come si sta muovendo?
Con il recente congresso, abbiamo scelto di puntare anzitutto sulla formazione dei giovani e sul dialogo con tutti i cittadini, a partire dal binomio Risorgimento- Resistenza, attraverso i quali l’ Italia ha conquistato prima l’unità e l’indipendenza, poi la liberazione dal nazifascismo, la Costituzione e la Repubblica.
Abbiamo indetto un concorso su questi temi tra gli studenti delle scuole superiori. I lavori migliori saranno premiati e tutti gli studenti partecipanti potranno prender parte ad una visita guidata in Parlamento.
Oggi L’Anpi per conservare l’enorme patrimonio ideale e morale conquistato con il sangue nella lotta di liberazione nazionale, vuole rinnovarsi aprendo le sue porte a chi in questa fase decadente e travagliata, coltiva i valori della democrazia effettiva e dell’antifascismo, soprattutto ai giovani, che molto spesso, sono poco o male informati su quella stagione storica. Come spiegherebbe a loro in poche righe, il valore di quell’esperienza?
Da qualche tempo fanno parte dell’ ANPI non solo i partigiani veri e propri, ma anche gli antifascisti di ogni età che condividono gli ideali alla base della nostra Carta Costituzionale. Attraverso la Resistenza l’ Italia seppe riscattarsi da vent’ anni di dittatura e dalla guerra e tornare una nazione democratica. Tutta le forze politiche dovrebbero essere antifasciste, ma in Italia una parte della destra vorrebbe mettere sullo stesso piano chi si battè per la liberazione e chi aveva asservito l’ Italia alla dominazione hitleriana. Perciò l ‘ ANPI deve essere un’ alta scuola di formazione democratica ed antifascista.
La nostra rivista on-line, sin dalla nascita, ormai più di un anno fa si è sempre occupata del dramma sociale,economico e culturale, che in questa fase storica le nuove generazioni vivono, in particolare a Taranto. Quale sarebbe, secondo lei la ricetta giusta per far uscire tanti di loro, dalla precarietà, condizione esistenziale, che significa assenza di futuro? Avrebbe senso parlare di reddito di cittadinanza?
Occorre una robusta svolta nella politica economica nazionale orientata alla crescita dell’ occupazione e alla lotta alla precarietà.
Naturalmente anche la Regione e gli Enti locali possono far molto: la Regione, dando rapida attuazione al Piano straordinario per l’ occupazione già approvato; gli Enti locali, accelerando gli investimenti, realizzando politiche attive, combattendo il lavoro nero e gli appalti al massimo ribasso. Il reddito di cittadinanza non è assolutamente nelle corde del Governo. Abbiamo citato poco fa Taranto, città di cui lei, lo ricordiamo è stato sindaco dal 1983 al 1985. Da allora La città dei Due Mari è dall’ essere un punto di riferimento per la sinistra nell’intero Mezzogiorno è divenuta in pochi anni prima la città di Giancarlo Cito, poi è stata assurta a simbolo del berlusconismo meridionale. Non sarà che si era rotto qualcosa tra la cittadinanza e la sinistra?
Quando la destra vince, la sinistra ha sempre le sue colpe. Tuttavia, la città si è messa alle spalle il citismo e il berlusconismo, responsabile quest’ ultimo di un colossale dissesto. Non posso dire che la sinistra scoppi di salute, ma se fa vita sana e prende le medicine giuste, potrà guarire.
Dopo anni di destra improvvisamente la sinistra torna di nuovo a Palazzo di Città. Ad un anno dalle elezioni amministrative crediamo che ci sia bisogno di una candidatura forte e condivisa. Giovanni Battafarano, a detta di molti, partiti compresi, potrebbe rappresentare il ponte ideale, per sopire gli animi ardenti e mettere d’accordo tutte le forze politiche su chi candidare a sindaco? Ricoprirà, cosi come fece quattro anni fa, ai tempi della querelle Stefano – Florido il ruolo di garante della coalizione?
Mi auguro non ce ne sia bisogno, comunque darò sempre una mano a rafforzare la coalizione di centro sinistra.
Abbiamo accennato nell’incipit di questa intervista alla sua carriera pregressa in Parlamento tralasciando volutamente il suo incarico di capo di gabinetto del ministro del lavoro Cesare Damiano, di cui ancora oggi rimane uno dei più stretti collaboratori. Proprio quel ministero si rese protagonista di un importantissimo accordo per la stabilizzazione di 6000 lavoratori dei dei call- center del gruppo Atesia-Almaviva. Di fronte ai 712 esuberi teleperfomance della sede di Taranto cosa dovrebbe fare Sacconi?
Il Governo attuale dovrebbe semplicemente privilegiare il lavoro stabile ed evitare che i call center dei sottoscala abbiano la meglio sottopagando e facendo concorrenza sleale alle imprese più serie.
Un’ultima domanda sempre in materia di lavoro, ma questa volta parliamo di sicurezza di cui lei è certamente un esperto essendo anche stato membro della commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro. In questi giorni è giunta la storica ed esemplare sentenza Thyssen, ma alcune voci anche autorevoli del suo partito l’hanno criticata. Non crede che di fronte ad una vicenda che ha suscitato grande dolore ci si debba appellare, e questo al di là dei calcoli politici, piuttosto ad una piena e rigorosa attuazione delle leggi vigenti in materia di prevenzione, controllo, ed anche sanzione delle pratiche non rispettate della tutele e dignità del lavoro, e certamente della vita umana?
La stragrande maggioranza dei dirigenti PD considera di grande rilievo positivo la sentenza di Torino. Questo conta, non qualche singola voce diversa legata al contesto ternano. Naturalmente, la battaglia per il lavoro dignitoso e sicuro deve procedere senza soste in ogni parte d’ Italia.