di Mara Pavone
La struttura di via Grazia Deledda non è adatta per essere una sede universitaria, e questo è un dato di fatto emerso già anni fa quando si decise di trasferire i corsi di scienze della formazione, oggi situati presso la sede dell’ex Convento di San Francesco in città vecchia.
Purtroppo gli studenti di professioni sanitarie (infermieristica, fisioterapia, tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) non hanno avuto la stessa fortuna dei loro colleghi di scienze della formazione. Inizialmente sistemati presso un sottoscala in Viale Virgilio, sono stati trasferiti provvisoriamente presso la sede di Via Deledda, in attesa che fossero ultimati i lavori della loro sede (l’ex ospedale vecchio). Questi lavori non sono ancora terminati né, a quanto ci ha riferito personalmente il Rettore, si può avere un’idea del tempo necessario per ultimarli – la ristrutturazione è a carico della Asl di Taranto la quale non è in grado di dare informazioni certe sulla questione.
Come è già successo in passato con la sede di Via Acton, considerato che c’era in programma il trasferimento dei corsi di laurea, la sede di Via Deledda è lasciata nel completo abbandono – in sostanza è inutile investirci soldi per la regolare manutenzione se i corsi di laurea devono essere trasferiti.
Il problema è che mentre si cerca di capire se e quando i lavori dell’ex-ospedale vecchio verranno ultimati, gli studenti sono costretti a frequentare le lezioni in condizioni che non possono nemmeno lontanamente definirsi “dignitose”.
Uno studente di quella struttura ci ha contattati informandoci della loro situazione: la sede è isolata e questo, considerando la completa mancanza di un sistema di allarme o sorveglianza, facilita i furti all’interno della sede – ormai mancano tutte le strumentazioni utili per il corretto svolgimento delle lezioni (proiettori, computer).
La situazione si è aggravata ulteriormente in quanto sono stati sabotati i cavi di alcuni quadri elettrici, questo ha provocato la mancanza di erogazione di corrente elettrica e conseguente impossibilità di seguire le lezioni (non si può utilizzare l’unico proiettore rimasto, e considerando che fa buio prima non è possibile seguire le lezioni senza aule illuminate).
Non esiste una connessione ad internet, quindi non è possibile comunicare in modo tempestivo agli studenti lo spostamento degli esami, cambiamento degli orari delle lezioni – questo crea disagio soprattutto agli studenti pendolari residenti in provincia che spesso si ritrovano a dover fare dei viaggi a vuoto perché la lezione è stata cancellata all’ultimo momento.
Negli ultimi tempi manca anche l’acqua corrente, quindi le condizioni igienico sanitarie dei bagni sono pessime, e manca anche la pulizia dei restanti ambienti del complesso. La struttura non ha impianti di condizionamento e di riscaldamento dell’aria, alcuni ragazzi hanno anche accusato bruciore intenso alla gola e agli occhi a causa delle emissioni del vicino distretto industriale.
In fine, spesso le lezioni finiscono oltre le 17.30 (ultima corsa degli autobus di città che passano da Via Deledda) e gli studenti sono costretti a fare un lungo tratto di strada a piedi al buio per arrivare alla fermata più vicina.
In passato abbiamo sollevato il problema parlandone direttamente con il Sindaco di Taranto e abbiamo ribadito la necessità di trasferire gli studenti di professioni sanitarie in altra sede al Rettore, il quale ci ha risposto che sta valutando una sede alternativa dove trasferirli provvisoriamente.
Il punto però è un altro: si può fare in modo che questi studenti abbiano una sede dignitosa e tutti i servizi che spetterebbero loro di diritto? Gli studenti di professioni sanitarie pagano le tasse al pari degli altri studenti, ma sono costretti a seguire le lezioni in condizioni davvero inaccettabili che ledono la dignità dello studente. Continuando a spostarli da una sede all’altra “in via provvisoria” non si uscirà mai da questa situazione, perché nessuna sede provvisoria, in quanto tale, verrà mai gestita garantendo i servizi minimi agli studenti.
Chiederemo alle istituzioni un incontro per ragionare sulla effettiva fattibilità della ristrutturazione dell’ex ospedale vecchio, e se questa non è possibile si deve trovare una soluzione per dare agli studenti di professioni sanitarie una sede “definitiva”.