Da qualche giorno si è scatenato in rete un acceso dibattito attorno al nuovo spot pubblicitario che Pugliapromozione ha diffuso per rilanciare il territorio di Taranto. La campagna, dal titolo “Questa è Taranto”, è stata realizzata dall’agenzia Proforma attraverso una serie di immagini particolarmente rappresentative del territorio Jonico e un video lanciato su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=kV7Y-crjgVE) in cui due giovani, guardando alcune foto della città scorrere sul pc, sognano di visitarlo.
Nel comunicato stampa della regione si legge che “l’intento della campagna, nella situazione di crisi generata nell’arena mediatica dalla controversa vicenda della vicina Ilva, è quello di lanciare il territorio di Taranto sul mercato turistico italiano quale prodotto del brand Puglia experience” e ancora si elogia il pronto intervento di promozione territoriale operato per “gestire le situazioni di crisi e dare risposte alle emergenze”. Si tratta certamente di una operazione mediatica importante soprattutto perché giunta dopo anni e anni di oscurantismo ma ancora una volta destinata a dare risultati nel breve termine senza preoccuparsi di pianificare a monte una strategia di marketing territoriale duratura.
A prescindere dall’apprezzamento o meno del video e dei suoi contenuti, ciò che appare evidente è l’ingenuità (o la superficialità) con cui si intende promuovere all’esterno un territorio senza averne prima accertato le effettive capacità ricettive. Che le zone limitrofe a Taranto dispongano di acque cristalline e di spiagge dalla sabbia chiara è innegabile, così come è fuori discussione la bellezza del nostro castello aragonese o del canale del ponte girevole, ma questo non può bastare per pensare di poter attrarre sul territorio un flusso turistico di grande rilievo.
Sempre nel comunicato stampa della Regione Puglia si legge: “Con questa campagna di comunicazione la Regione vuole proporre ai viaggiatori italiani un soggiorno in quest’area che ha asset turistici fantastici e un’offerta di strutture turistiche variegata di fascia media”. Ma il nostro territorio dispone davvero di un’offerta turistica così ben organizzata e ampia? Tralasciando le strutture ricettive (che pure risulterebbero inadeguate per accogliere flussi turistici simili ad esempio a quelli leccesi) basterebbe anche soltanto considerare la grandezza delle nostre spiagge e lo stato in cui versano per giungere a conclusioni negative.
Si tratta di spazi molto piccoli e stretti e soprattutto per gran parte devastati dall’abusivismo edilizio perpetrato nel corso degli anni; in molte zone ville e villette sono a ridosso del mare ma di questo nessuno sembra preoccuparsi. A questa situazione va aggiunta la totale mancanza di navette e autobus capaci di favorire lo spostamento degli eventuali turisti privi di mezzi propri. E anche laddove essi disponessero di propri veicoli non sarebbe possibile prevedere trasferimenti rapidi in strade già completamente intasate a causa dei soli flussi di residenti.
Detto questo è chiaro che prima di avviare una campagna di promozione turistica di grande portata (costata alla Regione Puglia 600mila euro secondo Angelo Bonelli, leader dei Verdi e consigliere comunale di Taranto) sarebbe stato opportuno investire sul territorio in maniera concreta e pianificare una strategia turistica per il futuro. Si è preferito invece correre ai ripari “puntando tutto sul turismo” (slogan ora particolarmente di moda) senza assicurarsi nemmeno di disporre delle risolse necessarie. Tutto questo in un contesto già particolarmente delicato in cui l’immagine di Taranto è stata abbondantemente danneggiata dallo scandalo Ilva e nel quale dunque è ancora più importante soddisfare le aspettative create per non deludere il turista che per la prima volta decida di inserire Taranto nel proprio itinerario.
Inoltre, accanto ad una sponsorizzazione del territorio, sarebbe stato opportuno prevedere adeguate forme di sensibilizzazione a livello nazionale nei confronti della questione legata al più grande siderurgico d’Europa per evitare il rischio che col tempo si possa annullare la lotta portata avanti sino ad ora. Molto più concreta è apparsa invece la proposta del critico d’arte Philippe Daverio che, approfittando dello spazio di Unomattina Storie Vere su Rai 1, ha sottolineato la necessità di appellarsi all’Europa per salvare il meridione. “Mai come a Taranto il sonno della ragione ha generato mostri- ha affermato il presentatore di Passepartout- bisogna chiedere per il meridione un piano Marshall europeo come i tedeschi fecero per la Germania dell’est come l’America per l’Europa dopo la II Guerra Mondiale. Nel meridione si sta concludendo una guerra che può essere assolutamente persa o che può essere un momento di riscatto per il Paese. Dobbiamo essere meridionalisti ed europeisti”. E, nel nostro essere meridionalisti, se da un lato dobbiamo evidenziare come Taranto non sia solo Ilva, dall’altro abbiamo la responsabilità morale di non nascondere i problemi reali solo per assicurarci la giusta pubblicità perché i riflettori rimangano sempre accesi sulle piaghe del nostro territorio.
PressRegione – Agenzia Giornalistica, Direttore responsabile Susanna Napolitano – Iscritta al Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari n. 26/2003
http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&id=15517&opz=display
uno spot che promette cose inverosimili creera un danno enorme.soliti italiani che si rivendono pure quello che non ha.mi ricorda un po mussolini che spacciava un esercito di sprovvisti contadini come un potente e addestrato esercito pronto alla vittoria.dalle bufale storiche ancora non abbiamo imparato niente?
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i signori consiglieri di questa obiezione.
Penso che la campagna organizzata con lo slogan “Anche questa è Taranto”, diffusa su tutto il territorio nazionale, sia un fatto positivo. Mi pongo e pongo un interrogativo: la città è pronta ad accogliere quanti, convinti dalla suddetta campagna, dovessero decidere di venire tra noi nella prossima estate? Insomma qualcuno sta organizzando le cose in maniera tale che i siti archeologici ed i beni culturali siano fruibili ogni giorno? Che l’AQP garantisca la regolare erogazione dell’acqua e non la sospenda anche nelle località turistiche ? Che ci sia un piano straordinario per la pulizia della città ? Che tutti i ristoranti approntino i menù esponendoli fuori dai locali ? Insomma fare tutte quelle cose che garantiscano ai turisti una qualità della vita che sia consona ad una città che si offre come città turistica. E’ del tutto evidente che se ci dovesse essere un afflusso di turisti e le condizioni della città dovessero rimanere quelle che abbiamo giornalmente sotto i nostri occhi sarebbe un boomerang terribile ! Ci sta pensando qualcuno in termini concretamente operativi ? Me lo auguro.
Una vergognosa operazione di facciata. Proporre una linea di sviluppo che preveda il “vendere” le bellezze naturali e storiche di cui è ricca la nostra città, dopo oltre cinquat’anni di industria pesante che continua a prosperare su questo territorio, dopo aver condannato a morte una popolazione e sfigurato un territorio adesso dobbiamo fare il turismo. Il solito bidone pieno di chiacchiere.
Considerazioni interessantissime
Questo è stato il comunicato che, come ass.ne Le Sciaje, abbiamo diffuso sull’argomento
http://www.lesciaje.it/2013/06/03/vocazione-turistica-tarantina-le-forze-attive-cittadine-devono-essere-protagonisti/
saluti
Questo è stato il comunicato che, come ass.ne Le Sciaje, abbiamo diffuso sull’argomento
http://www.lesciaje.it/2013/06/03/vocazione-turistica-tarantina-le-forze-attive-cittadine-devono-essere-protagonisti/
saluti
Certamente Taranto non è solo l’ILVA. Ma prima di pubblicizzare un qualsiasi prodotto è necessario che sia garantito. Il primo cittadino forse non si è mai fatto una passeggiata per le vie della città, non ha mai verificato lo stato di conservazione delle mura di C.so Italia, dei vari siti archeologici, del verde inesistente e quel poco abbandonato come il Parco Cimino, per non parlare delle spiagge, delle piattaforme galleggianti su Via Garibaldi, di un mercato ittico nella città vecchia che è tra i più squallidi d’Italia. Per chi verrà a Taranto questa sarà l’ennesima pubblicità negativa dopo il caso ILVA.
[…] ad ammirare, nelle più grandi stazioni ferroviarie italiane, il capolavoro pubblicitario di “Questa è Taranto”, mentre noti blogger locali si scagliano con ferocia contro chi fa notare quanto sia inutile […]