La stanza ha quel classico odore di disinfettante che hanno tutti i luoghi di un ospedale.
Non sono più così sicuro di volerlo fare, ma è troppo tardi per tirarsi indietro purtroppo. Entro dentro la sala e vedo subito che al centro ci sono quattro sedie in circolo, e ci sono quattro persone ferme davanti ad un tavolo con bevande e stuzzichini. Freno la mia naturale propensione ad ingozzarmi di patatine e bevande gasate e mi tengo a distanza. Mi notano anche gli altri presenti, capisco che aspettavano me perché si guardano tra loro distendendosi; mancavo solo io.
Si avvicina a me uno di loro con fare caloroso: è lo psicologo. Ha addosso quel sorriso da 3×2, il Dott. Convenienza.
Con dottor Convenienza mi sono sentito qualche giorno fa per partecipare ad una seduta di gruppo del suo programma. Non potevo più rimandare.
Il dottore si avvicina e mi riconosce subito. Mi chiede se voglio prendere qualcosa da bere e da mangiare; freno un eccesso di salivazione e con grande freddezza dico che voglio iniziare la seduta. Me ne pento 7 secondi e 10 decimi dopo.
Gli altri tre che fanno la terapia con me sono strani: c’è un quarantenne vestito da rapper anni 90, oppure è un vincitore di Obesi, un anno per rinascere di Real Time; una tizia magrissima vestita di stracci di marca e un ragazzo con l’aria annoiata.
Dottor Convenienza inizia: “Benvenuti a questa nuova seduta di terapia per la liberazione delle vostre passioni musicali più recondite; con questa terapia voglio provare a riconciliarvi con le passioni musicali che ingiustamente reprimete. A chi va di iniziare?”.
Come a scuola io adopero le tecniche ninja per rendermi invisibile, ma non c’è ne bisogno; l’ex ciccio rapper si alza e comincia a parlare: “Ciao a tutti sono Mc Baldracca, ma il mio vero nome è Maurizio.”
e tutti noi altri in coro: “CIAO MC BALDRACCA, MA IL CUI VERO NOME È MAURIZIO”
“Ascolto rap da quando ho fatto gimme five con Jovanotti e so dire Check this out in 5 lingue diverse. Sono così gangsta che non faccio più la spesa da anni ma rapino sempre il Conad vicino casa quando devo mangiare. Ovviamente chiamo sempre le donne bitch, sopratutto mia nonna. Beh cari amici devo confessarvi che però alla sera, di nascosto da tutti, mi piace mettere su un disco dei Ricchi & Poveri e sentirlo tutto intero: Se m’innamoro è la mia preferita e non ne riesco a fare a meno; mi vergogno e soffro perché so che tutti gli altri miei soma (penso significhi fratelli o qualcosa del genere nel gergo rap n.d.r.) non mi capirebbero”. Il ciccio rapper inizia a piangere e gli altri lo vanno ad abbracciare.
Poi toccherebbe alla tizia vestita di stracci firmati, ma sento che devo assolutamente parlare io; lo faccio presente a dottor Convenienza e lui mi da’ il suo assenso. Mi alzo in piedi e mi schiarisco la voce: “Ciao a tutti mi chiamo Mimmo”.
“CIAO MIMMO”.
“Mi porto dietro un grande peso e sento di dovermi liberare subito. Ho una rubrica di musica su Siderlandia, un giornale on line che senza di me starebbe lì a dare solo i necrologi dei piccioni di Piazza Della Vittoria, e faccio il bello e il cattivo tempo nella cultura della mia città; sono anche un discreto bullo di periferia e per questo tutti mi rispettano e non osano controbattere alle mie opinioni, sopratutto Salvatore Romeo, che voi non conoscete ma che io conosco bene. Ma c’è un problema, un grosso problema, tipo quello che ebbe Cicciolina con il cavallo: io impazzisco per Mille Giorni di Te e di Me di Baglioni”.
Tutti nella stanza hanno un brivido di freddo come un iscritto al PD che deve improvvisamente dire qualcosa di sinistra, ma ormai non mi posso più fermare: “Avrò avuto undici o dodici anni quando la ascoltai; l’autoerotismo ancora non era la soluzione a tutti i mali, e senza che potessi fare nulla mi entrò dentro. Quella voce prima rauca e bassa che poi esplode in tutto il suo sentimento mi commuoveva, accidenti! E il pianoforte? Non so voi ma il pianoforte con quelle poche note mi lacera il cuore”.
Mi metto a piangere e tutti gli altri mi abbracciano; mi sento libero, poi arriva dottor Convenienza e mi abbraccia e mi sussurra qualche puttanata alla Fabio Volo.
Torno a casa, sono sereno, libero e metto su di nuovo Mille Giorni di Te e di Me. L’ascolto sereno e felice, mi godo tutti i passaggi con la nota lunghissima che Claudio tiene alla fine, e non mi vergogno.
Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo
I Cani, Glamour, 2013