Ma quale 90-60-90? Ma quale bellezza canonica? No, io voglio una relazione seria e duratura con Miss Cicciona. Già immagino la nostra vita felice: camminiamo per la strada, io le tengo la mano e le parlo di noi e lei mi ascolta mangiando un classico panino da muratore; al ristorante scegliamo cosa mangiare e lei dice sbrigativamente “Mi porti tutto e in doppia porzione”; parlare per ore dei progetti futuri che poi sono sostanzialmente cosa mangeremo nei prossimi giorni e in che quantità, e poi faremo l’amore. Ovviamente lei vorrà stare sopra; e mentre io, peccaminoso come non mai, la eccito con le ricette più hot di Giallo Zafferano, lei già chiama il nostro ortopedico di fiducia che si prepara per l’ennesima volta a ricostruire le mie ossa, frantumate da tanto amore.
Non ridete, non c’è niente da ridere, voi l’amore non lo capite, il piacere lo trovate soltanto nella vostra sicurezza con quelle sgallettate tutte perfettine.
Non ti ci appassioni a quello che conosci già….cazzo no, sto iniziando a fabiovolizzarmi, diamo un taglio.
Il fatto è che conoscere già qualcosa, sapere cosa ti aspetta, uccide il piacere, oppure rende cretini. Ad esempio: come è possibile che gli AC/DC, ripetano da oltre trent’anni il loro disco High Voltage e la gente ancora li ami?
Avevano ragione i Kinks quando cantavano: “Give the people what they want”. La formula perfetta è l’ancora di salvezza per tante band che se ne servono per cercare di replicare il successo del passato, uccidendo però la propria capacità innovativa. Va detto però che c’è anche il rischio che innovando non si vada da nessuna part: la sinistra italiana potrebbe tenere dei seminari sull’argomento.
Ecco, per esempio io un caffè coi Franz Ferdinand me lo prenderei volentieri per parlare del nuovo album Right Thoughts, Right Words, Right Action.
Proprio come dice il titolo dell’album, tutto è al posto giusto, fin troppo. I Franz Ferdinand confezionano un perfetto album pop, ormai sono maestri, ma questa perfezione è pagata a caro prezzo con uno sbadiglio. C’è sempre il basso martellante e le chitarre tanto funk e, ovviamente, c’è anche “quel tipico ritmo incalzante di cassa rullante e charleston”.
Non che il disco suoni male, anzi, provate a rimanere fermi davanti ad un pezzo come Right Action, che rappresenta al massimo grado il sound dei Franz Ferdinand, ma qualcosa non va: dopo un po’ di ascolti qualcosa si spegne. La perfezione pop dei pezzi dell’album diventa noiosa. Bullet, ad esempio somiglia a This Boy, terza traccia del loro secondo album “You Could Have It So Much Better”.
I FF non sono aiutati neanche dalla produzione, che non riesce ad esaltare la loro energia e che anzi appiattisce il sound. C’è anche qualcosa di buono ovviamente, Brief Encounters con il suo ritmo fortemente cadenzato e il sinth che contribuisce a dare un’aria da opera borghese di fine ottocento, mentre la chitarra entra a sporcare una canzone sulla incertezza e sulle relazioni frammentarie. Anche Stand on the Horizon non è niente male: discomusic solare e con il piccolo cammeo di David Bowie giusto per fare i fighi con gli amici. Per il resto però non rimane nulla alla fine dell’ascolto. Forse Alex Kapranos e soci non avevano molto da dire, ma dovevano pagare il mutuo della mega villa e allora un disco serviva. Forse hanno finito la benzina, spero di no.