Lui della famiglia è quello che ha ereditato il gatto. Così si è presentato alla platea della Convenzione del PD di domenica Pippo Civati, ricorrendo al celebre incipit della fiaba del “gatto con gli stivali”. Dunque in apparenza il figlio diseredato, ma dotato della risorsa in grado di capovolgere la situazione iniziale – che vede gli altri due fratelli, eredi del mulino (Cuperlo) e della casa (Renzi), avvantaggiati. Il suo “gatto” Civati lo identifica con i militanti del Partito e con gli elettori del centrosinistra, che domenica 8 dicembre saranno chiamati ad eleggere il nuovo segretario democratico.
Pochi giorni dopo l’assise romana, ecco Pippo l’outsider far tappa a Taranto. La città jonica è una piazza difficile, lo ammette lui stesso, ma necessaria. Mattinata in visita al call center di Teleperformance e pomeriggio in assemblea. Nella sala gremita si riconoscono militanti del PD e della CGIL, esponenti di SEL e di Rifondazione Comunista, ma soprattutto donne e uomini che continuano a riconoscersi in ideali precisi, senza tuttavia trovare nel panorama frastagliato della Sinistra italiana una collocazione adeguata (vuoi per disincanto, vuoi perché in attesa di qualcosa di nuovo e migliore). Insomma, il mondo variegato a cui Civati ha deciso di parlare non solo in vista delle primarie, ma anche in una prospettiva di più lungo periodo. Al suo fianco, promotrice dell’incontro, Anna Rita Lemma, consigliera regionale del PD da tempo in rotta con i notabili locali del Partito. “Mi auguro che anche gli altri candidati alla segreteria passino da Taranto”, risponde Civati a chi gli fa notare di essere al momento l’unico fra i contendenti alla leadership del PD ad aver messo piede nella città bimare.
Partiamo proprio da Taranto. Qual è la proposta di Civati sulla questione Ilva?
A me sembra che siamo molto lontani dall’aver trovato la famosa compatibilità ambientale. Ci sono dati dell’ARPA che ci dicono che, anche con tutte le prescrizioni dell’AIA attuate, l’emergenza sanitaria non rientrerà. C’è bisogno quindi di un supplemento di lavoro da parte nostra. E, in generale, di un atteggiamento più umile della politica nei confronti di questa città. Qui a Taranto si viene anche rischiando le contestazioni, ma bisogna venirci a maggior ragione. Non si possono avere solo parole di circostanza; capisco le difficoltà, ma la politica a Taranto deve dare un segnale più forte di quello che è stata in grado di dare finora.
Altra questione annosa per questo territorio e, in generale, per il paese è quella giovanile.
Oggi abbiamo parlato di Ilva e abbiamo visitato Teleperformance e l’istituto musicale Paisiello. Mi pare che queste tre cose si tengano insieme. La vicenda del Paisiello ci parla della cultura come elemento di riscatto non solo da recuperare, ma da promuovere; la questione Ilva pone la necessità di costruire una cultura del lavoro diversa, che in questo paese si è largamente perduta; infine, Teleperformance rappresenta una di quelle realtà produttive che non scommette al ribasso sui diritti dei lavoratori – come fanno molti altri call center -, ma riesce ad offrire una buona qualità del lavoro: casi come questo andrebbero protetti dalla concorrenza sleale. Io penso che il PD debba rappresentare tutti questi aspetti del mondo del lavoro; non per fare il sindacato, ma per mettere al centro della sua azione politica il Lavoro nei suoi diversi aspetti: la conoscenza, la qualità, il rispetto delle persone. Queste per me dovrebbero essere le prerogative del Partito.
Ma il PD così com’è è più una risorsa o un ostacolo per la costruzione di una Sinistra in grado di capire e risolvere i problemi degli Italiani?
In questo momento il PD è un equivoco. Si può riscattare solo se cambia gioco. Mi ha fatto piacere che ieri Cuperlo abbia detto che bisogna creare uno spazio che non c’è. Bene, il punto è che bisogna farlo coi soggetti che ci sono, con cui però noi abbiamo deciso di non fare un percorso comune. Questa è la questione fondamentale che va chiarita.