Tutti felicissimi su Facebook a condividere la notizia dell‘abolizione del canone Rai. La mia home invasa da invasati contenti di non dover pagare l’odiatissima imposta della TV di Stato, quelli, soprattutto, che dichiarano di non guardare mai la televisione perché “non c’è mai nulla di interessante” o non ci sono programmi culturali che possano essere chiamati tali, e i telegiornali sono infarciti di notizie faziose o fuorvianti. Quelli che “la Rai non fa servizio pubblico”.
E magari avete anche ragione, anche se non sono qui a consigliarvi programmi televisivi, potete benissimo fare zapping come tutti gli esseri umani dotati di noia e tempo libero.
Però certo che di questi tempi sarebbe una gran bella cosa risparmiare quei soldini per comprare qualcosa di più utile.
Ho cliccato anche io sul link, leggiucchiato qua e là, poi ho chiuso. Sono bastate due occhiate per capire che era l’ennesima bufala sul web. Ma, evidentemente, non tutti hanno dato la stessa occhiata che ci ho dato io, o forse ha tratto in inganno il fatto che fosse citata addirittura una fantomatica sentenza.
L’articolo è apparso su il Giornale del corriere, all’indirizzo http://corrieredelmattino.altervista.org :
«Il canone RAI non va pagato. A sancire, da ultimo, la non obbligatorietà della tanto vituperata imposta sull’abbonamento alla tv di stato, è questa volta la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo la quale, nella sentenza del 30 Dicembre 2013, ha affermato il principio, che non mancherà di far discutere, per cui il canone RAI è illegittimo in quanto non attiene alla “materia fiscale, nocciolo duro della supremazia del potere pubblico, essendo dominante il carattere pubblico tra il contribuente e il resto della comunità».
Ci è cascata un sacco di gente!!!!
Talmente tanta che, sul blog del guru dei complotti e delle battaglie contro le tasse ingiuste Beppe Grillo, Roberto Fico M5S ha dovuto scrivere un post in cui precisava che la notizia non è vera, che non esiste nessuna sentenza, e che, malgrado possa non far piacere, il canone Rai deve essere pagato.
Tanto rumore per nulla. Anche perché bastava solo leggere un po’ meglio per non fare la figura dei fessi.
A piè di pagina, infatti, c’è scritto questo:
Giornale del Corriere è un sito satirico, e dunque alcuni gli articoli contenuti in esso sono da ritenere tali. La redazione non vuole offendere nessuno. Se qualcuno dovesse ritenersi offeso dai contenuti di uno o più articoli è pregato di mandare un’email al seguente indirizzo:giornalecorriere@live.it
…insomma, SVEGLIA!!!!1!1! Bastava non fermarsi alle apparenze, la soluzione era lì sotto gli occhi di tutti. Fatevelo dire, siete dei boccaloni.
Questo è il potere oscuro dell’internet: fa diventare vere notizie false e anche il contrario. E si diffondono velocemente.
Cosa ci insegna questa storia?
Beh, per esempio che forse non è il caso di scrivere “SVEGLIA!!1!” senza aver verificato le fonti perché, oltre ad essere degli ignoranti della netiquette (serie di norme che regolano le buone maniere su internet), a volte passate pure per imbecilli. E che non si può per ogni cosa urlare al GOMBLOTTO!!1!
Siate scettici, siate folli. Iniziate a guardare con sospetto il vostro amico che scrive di scie chimiche e che vi intasa la bacheca con frasi di catastrofi imminenti e presunta superiorità morale.
State attenti a quello che leggete, controllate i riferimenti, occhio alle fonti. Non credete a tutto con superficialità, un giorno potreste trovarvi nudi sul ciglio di una montagna pronti per un suicidio di massa perché avete letto su internet che è il solo modo per salvarvi dall’apocalisse zombie e guadagnare la vita eterna.
Non ci sono cascate del Niagara che si sono ghiacciate, Misseri non si è suicidato, la Samsung non ha pagato la Apple in monetine da 5cent.
Sveglia a chi?