Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di una studentessa del liceo Archita:
Credo nella difesa di ciò che è bello in quanto è questo ciò di cui tratta il sapere. Credo nella difesa del sapere in quanto è questo che converge nella bellezza. Credo fortemente in questa cosa, essendo nata e vivendo in una città abbastanza problematica come Taranto. Ci credono i rappresentanti del Liceo Statale Archita, l’istituto tanto flagellato e sofferente della città dei due mari, ci crede chi, pur frequentando lo stesso Istituto, studia in tre sedi dislocate tra loro, il corpo docente, gli ex alunni e chi, prima di raggiungere la pensione, ha lavorato diversi anni in quel palazzone di Piazza Garibaldi. Insomma, non ci crede soltanto l’amministrazione. Per questo motivo lunedì 22 settembre si scende in piazza, nella nostra piazza, per dare voce a quel vecchio palazzone che, se potesse parlare, ne direbbe di cose poco carine! Alle 9:30 si aprirà la manifestazione con un discorso tenuto da parte del Comitato Studentesco, poi la parola passerà ai rappresentanti dell’Associazione di ex alunni “Aldo Moro” e saranno presenti al rapporto anche alcuni ragazzi di”Officine Tarantine”, ragazzi che hanno affinità con il “popolo” dell’Archita per la voglia di rivitalizzare luoghi abbandonati e per l’impegno nella difesa della cultura. Il Comitato Studentesco, come scritto in un comunicato del 5 Settembre scorso, chiede all’Amministrazione Comunale di istituire un tavolo di lavoro tra tutti gli organi competenti al fine di riuscire a riportare il Palazzo alla vecchia gloria e denuncia anche la difficile autorganizzazione nelle realizzazione dei progetti scolastici. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare per testimoniare ancora una volta come questo rappresenti l’ennesimo suicidio per una città che non riesce a decollare. Ricordiamo come i tantissimi libri di proprietà dell’Archita, libri su cui la scuola ha investito nel corso della sua lunga storia, non rappresentino più un bene comune! Ricordiamo come l’ubicazione del Liceo in Piazza Garibaldi angolo Via D’Aquino rappresentasse un importante centro commerciale nel Borgo cittadino! Ricordiamo come 142 anni di storia siano stati rovinati dalla vostra inerzia! È impensabile e ingiustificabile lo stile di vita così precario di questa scuola, che docenti, studenti e un’intera città debbano ancora ricevere delle risposte. Concludo con una citazione dello scrittore Italo Calvino: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce la sua scuola è già governato da quelli che della diffusione del sapere hanno solo da perdere”. Ipse dixit.
Barbara Ceccarelli