Ciao sono Mimmo Spada, forse vi ricorderete di me per articoli oltraggiosi come: “Il mio fidanzato è anche il mio padre confessore” e “Non sei gay, sei un culorotto”, ed oggi vi parlerò di nuovi vecchi.
C’è un dramma che stiamo vivendo in questi giorni: la gioventù.
Ebbene sì. Già in un’altra occasione questa rubrica si è occupata di questo problema ma senza successo; oggi torno sulla questione sperando che davvero ci possa essere una svolta.
Pochi giorni fa un giovane di 39 anni di nome Matteo Renzi ha preso il potere in Italia diventando il nuovo Presidente del Consiglio. C’è stato grande sconcerto in tutta la penisola perché questo ruolo di grande responsabilità è andato in mano ad una persona così giovane. Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando, sentendolo parlare, ci siamo accorti che era dotato di quel senso del vecchiume tanto caro alla nostra nazione.
Dopotutto, rendiamoci conto, la vecchiaia è importante in questo paese. I vecchi si possono permettere di far divertire le ragazze, che poi sposano, mentre i bamboccioni scansafatiche rimangono a casa ad inveire contro di loro su Facebook. Quella dei giovani è solo invidia perché non sono ancora vecchi.
Mi faccio quindi latore di una modesta proposta da parte di tutti i ragazzi: se in questo Paese non è possibile o addirittura dannoso essere giovani, aiutate i giovani a diventare vecchi. Bastano poche semplici azioni. Ad esempio mettendo a disposizione di tanti ragazzi case molto umide che permettano loro di avere presto i reumatismi, così facendo tutti potranno permettersi di lamentarsi finalmente di cose serie e otterranno il rispetto della gente che lavora. Oppure iniziando a fargli partecipare come pubblico alla Prova del Cuoco, questo permetterà loro di imparare a cucinare una buona volta ed anche le buone maniere; non ultimo leggere gli editoriali di Eugenio Scalfari, questo gli aiuterà a diventare dei perfetti paraculi, requisito importante per vivere in questa società.
Un valido contributo all’invecchiamento dell’Italia lo sta dando anche la musica. Non solo i gloriosi artisti del passato remoto che non mollano mai, ma anche i “nuovi vecchi”, tutti i musicisti che hanno superato i 40 e che adesso possono dare un valido contributo alla causa.
Negli anni 90 in Italia successe un fatto strano: il bel canto fu messo da parte e ebbero grande risalto generi che poco avevano a che fare con la nostra storia. I molti che sostenevano che certi suoni non potevano attecchire nello stivale si dovettero ricredere, questi album arrivarono nelle orecchie dei ragazzi e ci rimasero mettendo anche radici che avrebbero dato frutto. Questi album sono davvero tanti e rischierei di trasformare questo articolo in un’agiografia, mentre l’obbiettivo è un altro.
Arrivati alla maturità questi artisti hanno finalmente capito cosa conta davvero: la celebrazione.
Ebbene sì, cosa c’è di più anziano, ristagnante, nostalgico e rassicurante di una bella celebrazione del tempo passato?
L’operazione è ormai codificata: prendi il tuo album di grande successo e gli dai una “ripassata”. Puoi fare questo in tanti modi: ad esempio reincidendo le canzoni con il feauturing dell’artista di grido tuo amico, o intervenendo sui mix originali, magari con dei remix fatti da chi non era nato all’epoca del tuo disco. Poi ci aggiungi un paio di pezzi nuovi, meglio se provenienti dalle registrazioni originali dell’album a che all’epoca furono scartati e ovviamente una grande quantità di foto storiche per mantenere in piedi il mito. Per ultimo ci piazzi un tour celebrativo dell’album, che risuoni completamente nello stesso ordine dell’album e il gioco è fatto.
Ce ne sono tante di band che fanno questa mirabile operazione volta a trasformarci tutti in affascinanti nostalgici, le ultime in ordine di tempo sono gli Afterhours e i 99 Posse e dei loro album “Hai Paura del Buio?” e “Curre Curre Guagliò”.
Il primo festeggia quest’anno i suoi 17 anni, mentre il secondo addirittura 21.
Servirebbero migliaia di parole per raccontare questi due album: il primo rappresentò uno dei più convincenti esempi di via italiana al rock, mentre il secondo riuscì a coniugare impegno politico e ritmi in levare. Ma oggi sono entrambi oggetto di una fruttuosa operazione nostalgia, che porterà nei prossimi mesi tanti ex adolescenti a riascoltare questi album o ad andare ai concerti con la lacrimuccia ricordando i “bei vecchi tempi”, ancora meglio porterà tanti giovanissimi ad ascoltare quei dischi ed andare ai quei concerti con la tristezza di fondo di aver perso qualcosa di speciale.
Intravedo quindi un grande potenziale in tutta questa operazione.
Giovani che vivono di nostalgia e che sognano epoche che non gli appartengono e che non riescono a trovare un posto in questa realtà. A tutto vantaggio delle vecchie generazioni, ovvio.
Ma il futuro è dalla nostra. Un giorno ci sveglieremo e saremo finalmente vecchi: avremo le cataratte, le nostre schiene saranno doloranti e le nostre memorie fallibili. Finalmente saremo vecchi e potremo dire la nostra ai giovinastri che non sanno stare al mondo. Non vedo l’ora.
L’ALTERNATIVO È IL TUO PAPÀ
Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo
Thegiornalisti, Vecchio, 2012