Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Sergio Natale Maglio sull’andamento del turismo in Puglia
Per il prossimo 30 ottobre è programmato a Bari, presso la Fiera del Levante, il “Buy Puglia 2014”, seconda edizione del B2B (business-to-business) che aspira a diventare la “borsa” annuale del turismo pugliese, e che viene organizzato da Puglia Promozione, ente strumentale che costituisce il braccio operativo dell’Assessorato al Turismo della Regione Puglia.
Il workshop viene preceduto, dal 27 al 29 Ottobre, da un pre-tour per il trade leisure, che offre ai tour operator nazionali e internazionali una “travel experience” in Puglia di due giorni. Ognuno dei circa duecento buyer, provenienti da trentasette paesi, che sono stati invitati a Buy Puglia 2014, ha potuto scegliere di partecipare a un educational tour, fra i dieci percorsi tematici che sono stati individuati e proposti dagli esperti di Puglia Promozione. In tal modo, i tour operator, suddivisi in diversi gruppi, hanno avuto modo di conoscere e approfondire preventivamente le eccellenze che la destinazione Puglia può offrire nei diversi segmenti di mercato. Nelle trattative d’affari nel workshop B2B del 30 ottobre gli stessi tour operator andranno quindi a contattare direttamente le aziende e gli operatori turistici pugliesi, stipulando con loro contratti.
I dieci itinerari tematici dell’eccellenza turistica regionale pugliese, che sono stati individuati da Puglia Promozione sono i seguenti: We are authentic (Salento), We are slow (Monti Dauni), We are exclusive (Valle d’Itria), We are magnificent (Puglia Imperiale), We are funny (Salento) , We are timeless (Costa Jonica), We are wild (Alta Murgia), We are romantic (Valle d’Itria), We are active (Gargano), We are spiritual (Gargano).
Come si vede, nell’elenco aureo compilato dai “cervelli” di Puglia Promozione manca completamente la Puglia delle gravine e degli habitat rupestri medievali della fascia pedemurgiana, soprattutto tarantina, ma anche brindisina e barese. Questa assenza risalta in modo un po’ beffardo, se si considera che appena dieci giorni fa Matera, città simbolo e sintesi dell’habitat e della “cultura” rupestre della Murgia appulo-lucana, è stata addirittura prescelta quale Capitale Europea della Cultura 2019.
Così, se le città di Bari, Lecce e almeno tre quarti della Puglia da dieci giorni a questa parte stanno facendo carte false per potersi alleare con la Matera rupestre capitale, al fine di poter sfruttare di riflesso i suoi attuali e futuri flussi turistici nazionali e internazionali, in contemporanea gli “esperti” dell’assessore Silvia Godelli hanno cancellato dal panorama e dalla offerta turistica le gravine e l’habitat rupestre della Puglia centrale, che pure può contare addirittura dal 2005 sulla istituzione di un parco naturale regionale “Terra delle Gravine”.
Infatti, tra i tanti importanti centri rupestri del tarantino, che fanno parte del Parco, in questi itinerari compaiono solo le città di Laterza e Grottaglie. La prima è stata ricompresa con Altamura, Gravina, Minervino e Ruvo di Puglia, nell’itinerario 5 “We are wild in Puglia”, che tocca il Parco Nazionale dell’“Alta Murgia” e la costa Ionica, probabilmente grazie alla Oasi LIPU della sua gravina. La seconda invece appare nell’itinerario 3 “We are timeless in Puglia”, che copre l’area della “Magna Grecia” e i siti archeologici di Mesagne, Manduria, Taranto e Brindisi, presumibilmente in virtù alla sua antica tradizione ceramica, più che per le sue caratteristiche di architettura scavata. Nessuna menzione e attenzione invece per i principali centri rupestri, come Massafra, Mottola e Ginosa, che rappresentano e custodiscono nella Murgia occidentale tarantina i più preziosi scrigni dell’habitat rupestre, dell’architettura sacra e della iconografia medievale ipogee.
Questo è quanto si può rilevare, attraverso quanto è stato reso noto da Puglia Promozione. Ovvero che, mentre l’habitat rupestre di Matera balza alla ribalta internazionale, diventa patrimonio UNESCO e Capitale Europea della Cultura, il “fratello gemello” della attigua Puglia non gode neppure di un briciolo di considerazione da parte della Agenzia turistica della Regione.
Tutto questo avviene nel tripudio di mortaretti e fuochi d’artificio delle consuete trionfali dichiarazioni che vengono rilasciate da anni a proposito del presunto forte “trend” di crescita del turismo internazionale in Puglia. L’Assessore al Turismo, Silvia Godelli, afferma infatti: “ Tutto ciò [si verifica] all’indomani dell’alta stagione turistica, che anche quest’anno ha visto la Puglia come “oggetto del desiderio” degli stranieri, incrementati ancora del 5% rispetto all’anno scorso”. A sua volta, il Direttore Generale di Puglia Promozione, Giancarlo Piccirillo, conferma: “La strategia seguita dalla Puglia sta dando i suoi frutti. L’aver puntato con la comunicazione ed una moderna promozione sui mercati esteri ci consente di portare a casa un più 5% di arrivi di turisti stranieri anche quest’anno”.
In realtà, come spesso avviene su questo argomento, l’Assessore e il Direttore sfornano molte suggestioni e pochi “numeri”. Questi ultimi, invece, li forniscono le serie statistiche della Banca d’Italia, riportate dall’indagine “Dati analitici del turismo internazionale dell’Italia“. Statistiche che ci dicono che nel 2014 la Puglia, nel periodo 1 gennaio-31 luglio, è stata visitata da 320.000 dei 23.462.000 stranieri giunti alle frontiere italiane per motivi di vacanze, ovvero appena l’1,36% del totale. L’anno scorso, nello stesso periodo, erano stati 419.000, su un totale di 23.007.000, ovvero l’1,82%: questo significa che, a fine luglio 2014, vi era una perdita secca di quasi 100.000 arrivi e di circa il 25% del flusso, rispetto al luglio dell’anno precedente.
Questi dati sono raffrontati al numero dei turisti stranieri che sono arrivati “alle frontiere” e che poi sono giunti in Puglia. Non viene considerato, quindi, il “traffico” complessivo dei turisti stranieri all’interno dell’Italia, ovvero il numero di Regioni che sono state complessivamente visitate da ciascuno di essi, nel corso del soggiorno italiano. Il numero di viaggiatori “a destinazione” considera invece questo “traffico”. Anche in questo caso, i dati relativi al periodo gennaio-luglio 2014 confermano il calo degli arrivi stranieri in Puglia, che rappresentano appena lo 0,95% del totale dei 33.470.000 stranieri che hanno visitato per turismo le Regioni italiane. L’anno scorso, nello stesso periodo, costituivano circa l’1,3%, del flusso totale di turisti stranieri nelle Regioni italiane, pari a 32.514.000 arrivi complessivi.
Sulla base di questi dati non si capisce, quindi, come l’Assessore e il suo Direttore possano affermare che vi sia stato un aumento del 5% dei turisti stranieri nell’alta stagione turistica. Se la Banca d’Italia certifica che al 31 luglio di quest’anno la Puglia aveva registrato una diminuzione di quasi un quarto, negli arrivi dei turisti, rispetto all’anno precedente, allora questo “boom” può essersi verificato solo se nel corso del solo mese di agosto vi è stato un numero davvero incredibile di arrivi turistici dall’estero. Sicuramente, ad occhio, il flusso turistico di agosto è stato buono, ma “miracoli “ del genere non sembrano effettivamente probabili.
In ogni caso, in attesa di trovare conferma nei dati ufficiali di agosto della Banca d’Italia, che saranno resi pubblici tra qualche giorno, mi limito a sottolineare che alcune dichiarazioni rilasciate dai nostri, in questi ambiti, risultano poco credibili. Ad esempio, il 24 luglio scorso, l’ANSA riportava questa notizia: «Secondo i dati dell’agenzia Puglia Promozione, nei primi sei mesi del 2014 la Puglia ha registrato un milione e 176mila arrivi di turisti, l’1% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli stranieri sono aumentati del 7% (+17mila) compensando il calo dei turisti italiani (-8mila). “L’internazionalizzazione del turismo in Puglia è ormai un fatto compiuto – rileva l’assessore regionale Silvia Godelli – visto che gli stranieri hanno raggiunto il 23% degli arrivi complessivi».
Ebbene, dai dati ufficiali della Banca d’Italia, risulta invece che nei primi sei mesi del 2014 gli arrivi stranieri in Puglia erano diminuiti di 50.000 unità, passando a 219 000 dai 269.000 arrivi del gennaio-giugno 2013, con un decremento di quasi il 19%. Come è possibile conciliare quelle dichiarazioni trionfali con i dati ufficiali delle statistiche della Banca d’Italia?
D’altra parte, è opportuno osservare che nel primo semestre 2014 gli arrivi complessivi di viaggiatori stranieri “a destinazione” per vacanze crescevano in tutta Italia di 1.553.000 unità, rispetto allo stesso periodo del 2013. Mentre dieci Regioni italiane evidenziavano un incremento di arrivi stranieri rispetto al primo semestre 2013 (Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Umbria, Campania, Basilicata, Sicilia), altre nove Regioni, insieme alla Puglia, riportavano una diminuzione negli arrivi stranieri per vacanze (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Calabria, Sardegna). E questo può significare, con ogni probabilità, un campanello di allarme che denuncia una crisi di visibilità turistica della Puglia all’estero.
Da parecchio tempo c’è qualcosa che non quadra nei dati che vengono forniti dall’Assessorato e da Puglia Promozione. Ad esempio, nel novembre 2012 La Repubblica riportava che: «In tutta l’estate gli arrivi sono un milione e mezzo di unità – sono 391.000 a giugno, 490.000 a luglio e 611.000 ad agosto – mentre i pernottamenti (presenze) ammontano complessivamente ad 8 milioni – 1,55 milioni a giugno, 2,85 milioni a luglio, 3,65 milioni ad agosto». La Banca d’Italia, invece, da parte sua certifica che gli arrivi stranieri in Puglia per vacanze sono stati 722.000 ed i pernottamenti pari a soli 4.334.000, in tutto il 2012!
In verità, l’appeal turistico della Puglia verso l’estero appare ancora sostanzialmente limitato. I dati totali riferiti al 2013, anno in cui la Puglia ha toccato il top di arrivi di turisti stranieri, pari a 772.000, rivelano che la Puglia è stata meta di poco più dell’1,3% del “traffico” turistico degli stranieri che hanno visitato le diverse regioni italiane. La Puglia compare quindi al 13° posto nella classifica delle venti Regioni italiane, sopravanzata di poco dalla Sardegna (quasi 1,5%), ben lontana dagli stratosferici 15% del Veneto, 14% del Lazio e 12% della Toscana, ma anche dal 3,5% della Campania e dal 3% della Sicilia.
Se consideriamo il grande sforzo e le grosse cifre che sono state spese in questi ultimi anni per la promozione dell’immagine turistica della Puglia all’estero, non possiamo essere molto soddisfatti dei risultati. Nel 2006, quando Vendola si era appena insediato come Presidente, gli arrivi stranieri erano 729.000; l’anno dopo scendevano a 637.000 e nel 2008 a 568.000; nel 2009 risalivano a 596.000 e nel 2010 ancora a 615.000, per poi toccare nell’anno della crisi economica del 2011 il minimo storico di 531.000 unità. Una decisa risalita vi è stata nel 2012, con 722.000 arrivi, e soprattutto nel 2013, con l’apice di 772.000. Quest’anno, però, saranno sicuramente molti di meno.
Allora, ben vengano le politiche di promozione turistica all’estero della Regione, ma solo se esse sono davvero incisive, trasparenti e calibrate, e non affidate alla improvvisazione e ai giochi di illusionismo. Si metta una croce sulle suggestioni e chiacchiere che lasciano il tempo che trovano e si cerchi invece di non penalizzare, bensì di valorizzare realmente, quegli ambiti territoriali e giacimenti culturali ed ambientali che possono costituire le nostre maggiori risorse per l’attrazione dei flussi esteri e nazionali del migliore turismo.
Sergio Natale Maglio