Una ventata di arte contemporanea invade, da ieri, una casa di Taranto: l’artista toscana Cristina Pancini sarà ospite per un’intera settimana della famiglia Cafarelli nel loro appartamento in Città Vecchia grazie all’iniziativa “My Little House”, ideata da Fulvio Ravagnani, coadiuvato da Antonella Scaramuzzino, due menti brillanti innamorate dell’arte contemporanea e della sua comunicazione. Al più ampio pubblico possibile, s’intende. Con loro proviamo a conoscere meglio questo innovativo progetto.
Cos’è “My Little House”?
«Una via di mezzo tra una residenza d’artista e una mostra in casa. Per una settimana un artista lavora e vive a casa di sconosciuti. Alla fine si inaugura una mostra esponendo i lavori dell’artista, frutto dell’esperienza.»
Qual è la filosofia trainante di “My Little House”?
«Anche se il nome e le premesse potrebbero subito ricondurci al fenomeno delle “mostre in casa”, nel nostro caso prende un respiro più ampio. Non vogliamo lavorare in case meravigliose di super collezionisti per una semplice presentazione “d’artista”, ma in case messe a disposizione da persone “comuni”, che vogliono sperimentare e farsi travolgere dall’esperienza della convivenza con un artista, che lavora nell’intimità della loro casa per 7 giorni. L’artista cambia veste e ruolo, è il demiurgo della vita dell’altro, è invasore, attento e accorto a rispettare il DNA vivente degli spazi. Lo step successivo all’invasione dell’artista in una LITTLE HOUSE è il coinvolgimento della comunità che la circonda (es. bambini, anziani, scuole e stranieri, etc. …), instaurando così occasioni di dialogo e aggregazione nella vita comunitaria. Vogliamo cambiare le modalità di fruizione dell’arte oggi canonizzate, attraverso un processo di disintermediazione in un incontro diretto, senza filtri.»
Perché a Taranto?
«Stiamo girando l’Italia, vorremmo riuscire a fare almeno una città per regione. Dopo la prima esperienza milanese, nel marzo del 2014, abbiamo deciso di accettare l’invito di una “little house” a Catania e adesso Taranto, la città della Puglia che ci ha più colpito e che ci ha aperto le sue porte e reso possibile la realizzazione del progetto grazie ad un sostegno umano e concreto. Ci teniamo a ringraziare la società Logos Eventi e Congressi, l’agenzia viaggi Magirò Viaggi, il Bed & Breakfast Il Tulipano e Cesare e Stefano Bellucco S.a.s, senza i quali la “My Little House” tarantina non avrebbe avuto modo di tenersi. Taranto perché affascinante: ricca di contraddizioni e desiderosa di risollevarsi dalle stigmatizzazioni.»
Come si sono svolte le precedenti esperienze e come ha risposto il pubblico?
«Benissimo, non ce lo aspettavamo. Quando il progetto ha cominciato a prender forma, mai avremmo pensato che di lì a poco ci sarebbero arrivate così tante richieste sulla nostra pagina facebook. Molti artisti ci hanno scritto e si sono proposti per prender parte al progetto e molti padroni di casa hanno scritto per manifestare il loro desiderio di voler essere “invasi”: così, proprio spinti da loro, abbiamo deciso di continuare!»
Quanto abbiamo bisogno, oggi, dell’arte contemporanea?
«Il bisogno è sempre crescente, ma di quella pensata per le persone: l’autoreferenzialismo è osceno.»
Pronti? Via! Scopriremo sabato 28 febbraio, quando la casa all’Arco Giovanni Paesiello 12 verrà aperta, cosa sarà cambiato. L’artista ammette di essere «affascinata dai contatti con le persone e da quel che inaspettatamente partoriscono». Sicuramente sarà un’esperienza che cambierà a percezione dell’arte soprattutto nei piccoli Clara e Carlo, i figli di Aglaia e Fabrizio Cafarelli che aprono le porte della propria casa non solo alla creatività di Cristina Pancini, ma alla comunità dei tarantini e non che vorranno un contatto diretto con l’arte contemporanea. E quanto è suggestiva questa apertura tutta contemporanea in Città Vecchia… In bocca al lupo!
Le visite, su prenotazione, saranno possibili dal 28 febbraio al 28 marzo scrivendo a questo indirizzo email: anto.scaramuzzino@gmail.com
Non perdetela!!!
StecaS