Il 25 Aprile 2015 ricorre il settantesimo anniversario dalla Liberazione dal Nazi-fascismo in Italia. Questa data, se interpretata esclusivamente in chiava commemorativa e celebrativa, distaccata dalla società in cui viviamo, rischia di diventare un evento sempre più sfocato nella memoria collettiva.
Mentre la democrazia e i diritti vengono commissariati e negati dagli interessi della speculazione finanziaria, i poteri forti alimentano il razzismo, lo squadrismo e la discriminazione come sfogo alla crisi. In questo contesto ritrovano un ruolo, sostegno e finanziamenti gruppi di estrema destra che si richiamano apertamente all’eredità del fascismo, moltiplicando su tutto il territorio nazionale le aggressioni a sfondo razzista, omofobo o sessista.
In Italia e in Europa, infatti, la crisi economica ha accentuato la frammentazione sociale e la crisi dei corpi intermedi della società, lasciando il terreno per nuove forme di identificazione, di aggregazione e di subcultura orientate all’individuazione di “nemici” sulla base della razza, della religione, dell’orientamento sessuale, nemici esterni ad un’idea di comunità sempre più autocentrata e settaria.
Conoscere, invece, è oggi resistere. Perché solo attraverso la lotta a ogni forma di discriminazione è possibile costruire una società migliore e giusta. La conoscenza aiuta a comprendere la realtà e a trasformarla; per questo il terreno dell’antifascismo oggi parte innanzitutto dalla tutela della scuola e dell’università.
Oggi parlare di cultura e istruzione pubblica significa difendere la società dall’autoritarismo, dal fascismo di ieri e di oggi, da chi distingue i diritti sulla base della nazionalità, del colore della pelle, della lingua. Significa attualizzare la memoria di un paese intero che riconquistò la libertà e la dignità ribellandosi all’occupazione nazifascista.
Significa lottare per il cambiamento, per l’uguaglianza e per l’emancipazione sociale contro ogni tentativo di promuovere invece la guerra tra poveri su scala nazionale o internazionale. Significa uscire dalle banalizzazioni per ricordare il valore di una Costituzione antifascista contro chi vuole invece “attualizzare il fascismo”.