Faccio in fretta: lavata, vestita, caffè. Questa è la mia dose di sport quotidiano: in tutta fretta esco di casa per andare a prendere l’autobus alla fermata che dista un paio di isolati da casa mia.
Abito in una zona periferica di Taranto e non posso spostarmi in altro modo perché non ho un’auto, anzi, in realtà non ho nemmeno la patente.
Ci penso mentre aspetto il mio 20 o 28, ma anche un 29 che mi fa fare più strada a piedi va bene, l’obiettivo, come sempre, è riuscire ad arrivare almeno alle porte della città. Ci penso mentre aspetto e – inaspettatamente – riesco a fare ragionamenti lunghissimi perché nel frattempo il mio autobus non arriva.
Ad un tratto, dopo quei 15, 20, 30 minuti, il miracolo. Si ferma, salgo, timbro il biglietto. Un autobus relativamente nuovo, di quelli che l’Amat ha comprato dal CTM di Cagliari, già vecchi di 10 anni. Balla, traballa, sembra di fare il vibro-massaggio come ai tempi delle pubblicità sulle tv commerciali di Monika Sport o Amerika Star.
L’autobus da Talsano da poche settimane fa un giro nuovo perché i vigili hanno revocato il doppio senso di marcia per i mezzi pubblici sul corso (dove però ora si può parcheggiare liberamente senza pagare la sosta); pare che qui i commercianti abbiano fatto pressione per il diritto al parcheggio. Pare, infatti, che più parcheggi, soprattutto male, e più sei invogliato ad acquistare cose.
Sarà… però se non hai l’auto e devi fare la spesa in autobus è una bella fregatura.
Abbiamo fatto questo nuovo percorso, più esterno, che passa davanti a 2 scuole elementari e vicino ad una scuola media inferiore – non è il massimo della sicurezza e della velocità passarci la mattina alle 8 – e siamo sulla strada per Taranto.
Balla, traballa, vedi come sto rassodando le chiappe con questi massaggi contro la ritenzione idrica.
Certo che su questa strada, e a maggior ragione quella di ritorno fatta da zero, insieme alle mille rotatorie, potevano anche farla una pista ciclabile! Quanto può costare mai fare una pista ciclabile mentre fai le mille rotatorie? Forse nessuno ci ha pensato… Strano.
Scrollo un po’ la home (nel linguaggio di noi giovani digitali significa che guardo un po’ le notizie di Facebook) e c’è la pagina dell’assessore Scasciamacchia che annuncia novità.
E la novità è che ci sono 500 nuovi parcheggi.
Ottimo. Bella idea.
Ma non era meglio comprare un paio di autobus nuovi? Incentivare il car pooling? Ma non era meglio fare delle piste ciclabili? Bike sharing? …almeno dei parcheggi per le biciclette!
No, fanno parcheggi per auto. Parcheggi per incentivare il commercio nel Borgo.
Non so, il nesso mi sfugge. Forse stanno attrezzando i negozi di Taranto per l’acquisto direttamente dall’auto. No so, mi sento tagliata fuori… Io la macchina non ce l’ho. Mi sento triste. Il Comune poteva anche pensare che forse se uno ha l’auto, è già fortunato a poter scegliere se prenderla o no, mentre invece se l’auto non ce l’hai, al massimo puoi scegliere se prendere il 20 o il 28. Ad orari che non sono mai uguali al giorno precedente.
Mi sento decisamente triste, non è così che immagino una smart city. E forse mi sento anche un po’ discriminata. Ma non vorrei esagerare, ho detto forse.
Non voglio pensarci. Intanto sono quasi arrivata, il traffico fa andare lentissimo l’autobus e mi chiedo cosa succederebbe se queste persone, una per ogni auto, prendessero l’autobus proprio come me; forse ci sarebbero 20 o 30 auto in meno e tutti arriveremmo prima alle nostre destinazioni. Ecco, sono arrivata e scendo alla fermata di Corso Italia. Il frastuono mi sveglia, lo smog mi avvelena, qualche automobilista che non si ferma prima delle strisce pedonali quasi mi investe.
Questo casino mi mette di malumore, il cemento che mi circonda aggrava la sensazione.
Scrollo la home ancora una volta: a Bari c’è la fiera Bici in Puglia, dedicata interamente alle biciclette. Mi sento male. Faccio un respiro profondo ma nell’aria c’è troppa CO2. Il grigio del cemento diventa sempre più nero. Svengo.
…poi riapro gli occhi. L’assessore Scasciamacchia mi soccorre, mi dice che ha parlato con l’assessore Di Gregorio, mi dice che stanno risolvendo tutti i problemi della mobilità. E che pianteranno un albero per ogni auto presente in città, un po’ a Cimino dove faranno una fantastica piazzola di interscambio, un po’ nella villa Peripato che nel frattempo è tornata ad essere un luogo di calma e tranquillità.
…poi riapro gli occhi. Mi alzo. Vado a lavoro. Domani, forse, l’autobus passerà in orario.
Ispirato a fatti realmente accaduti. Nessun assessore è stato maltrattato al fine di realizzare questo racconto (solo i cittadini).