Il polverone di polemiche post pubblicazione del bando “500 giovani per la cultura” ha suscitato un moto d’orgoglio nel Ministro Bray che, dal suo sito, prende atto delle critiche e si riserva di guardare personalmente i punti controversi del testo. Nello specificare che “il Mibact, e insieme ad esso tutta la Pubblica Amministrazione, non può assumere personale, in base alle leggi vigenti”, ritocca un po’ quello che doveva essere il senso del bando: si passa infatti da una selezione di 500 giovani da utilizzare in un programma di catalogazione e digitalizzazione del patrimonio a “un bando diretto ad aprire le istituzioni culturali alla conoscenza e alla formazione di giovani che un domani potranno contribuire in diversi settori alla tutela e conservazione del nostro patrimonio”. Come dire che, dopo anni di studi umanistici e legati al patrimonio, un laureato con il massimo dei voti ha ancora bisogno di un incentivo ad avvicinarsi alle istituzioni e ai luoghi della cultura!
D’altra parte è anche evocativo il fine dell’operazione, ovvero lo “scambio fra la freschezza dei ragazzi e la storicità del nostro patrimonio culturale” (io non l’ho capito!).
Il punto è che non basta cambiare gli hastag (“Mi fa piacere poter prendere in prestito l’hashtag #500destini per la condivisione di questo post”) per mettere a tacere gli animi delusi dall’ennesima illusione andata in fumo. Bray lo sa e decide di apportare qualche modifica al bando. Sempre dal suo sito annuncia le novità:
– La votazione ammessa è da 100 a 110 (e non solo a partire da 110, come era previsto all’inizio);
– Eliminazione del vincolo relativo alla certificazione linguistica;
– Inserimento della possibilità di ulteriori 15 giorni di assenza giustificata per ragioni di ricerca (e, se necessario, interruzione del tirocinio per 3 mesi per gli stessi motivi);
– Attività da svolgersi in 600 ore annue (meno rispetto alle 30 ore settimanali previste in precedenza).
Il commento: c’è chi esulta parlando di una piccola vittoria degli “indignati” della cultura. In parte è vero: l’ammissione di trovarsi di fronte a un tirocinio formativo è di per sé importante, così come la riduzione del periodo lavorativo e l’inserimento di ulteriori possibilità di assenza giustificate da ragioni di studio. C’è da dire che il Ministro, quando chiamato in causa, sa rendersi disponibile a un confronto.
Tuttavia c’è un modo di aggirare il problema dell’eccellenza sottopagata che è piuttosto discutibile: aprire il bando a chi ha una votazione a partire dal 100 – sapendo che verranno privilegiati quelli con la votazione più alta – è una maniera per reclutare comunque i migliori a queste condizioni da fame, oltre a illudere i ragazzi che parteciperanno alla selezione e che, in base a questa nuova “apertura”, aumenteranno in maniera esponenziale. L’orda dei partecipanti al premio dei 416 euro al mese per 600 ore si allungherà a dismisura perchè, come puntualizza Bray “416 euro non sono uno stipendio da fame, ma una rispettabile indennità di partecipazione”. Sarò curiosa di sentire cosa hanno fatto i giovani durante il periodo formativo: se hanno solo studiato o se, ad esempio, hanno redatto le schede per il patrimonio (quindi lavorato!).
C’è poi una domanda che continua a sorgere spontanea: a che serve questa formazione se esistono categorie di addetti ai lavori in graduatoria da anni e, soprattutto, se si sa già che il Ministero non sarà in grado di assumerli al termine dei 12 mesi? “L’obiettivo che il bando ‘500 giovani’ si pone continua ad essere quello di favorire processi di formazione e di specializzazione dei giovani neolaureati, portandoli a immergersi nel patrimonio culturale: nei luoghi della cultura dislocati su tutto il territorio nazionale”, dice Bray. Da storica dell’arte dico che chi studia da una vita e sceglie la strada umanistica con quei luoghi della cultura ha una certa consuetudine, soprattutto se rasenta i 35 anni! Più probabile che si voglia continuare a gettare fumo negli occhi a una generazione alla quale non è riconosciuta alcuna certezza se non che, per spartirsi le briciole che sono rimaste, c’è da perdere la dignità.
Eccoli i 500 destini!
StecaS
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Oltre ai link all’interno dell’articolo, segnaliamo altri contributi interessanti sulla questione:
– Blog Storie dell’Arte : http://storiedellarte.com/2013/12/500-giovani-per-la-cultura.html
– Siderlandia: http://www.siderlandia.it/2.0/index.php/bray/?123
– Michele Stefanile in Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/michele-stefanile/valore-cultura-5000-euro-lanno-per-500-giovani-meritevoli_b_4412940.html
– Associazione Nazionale Archeologi: https://www.facebook.com/notes/associazione-nazionale-archeologi/bando-500-giovani-per-la-cultura-tutti-in-piazza-l11-gennaio/592089257526879
– Associazione Nazionale Archeologi: https://www.facebook.com/notes/associazione-nazionale-archeologi/ana-bando-500-giovani-mibact-insulto-alla-dignita-del-lavoro-11-gennaio-scendere/591591767576628