Febbraio 1978. 35 anni fa. Il Taranto, in Serie B, accarezza il sogno di approdare per la prima volta in Serie A. Qualche giornata prima era stato secondo in classifica, davanti a Lecce e Avellino e dietro all’Ascoli. Quello stesso Ascoli che poi andrà in A a fine campionato, insieme ad Avellino e Catanzaro. Il Taranto no. Perché quel Febbraio del ’78 cambierà per sempre la storia del calcio a Taranto. Tutto in quella notte maledetta.
“Non lo sapevi che c’era la morte, quando si è giovani è strano”, direbbe Guccini in canzone ad un’amica. E non lo sapeva nemmeno Erasmo Iacovone, che quella sera rientrava a Taranto dopo esser stato ad uno spettacolo di cabaret nei pressi di San Giorgio Jonico. Non poteva saperlo. Un’alfa gli tolse la vita, sbalzandolo ad oltre 20 metri dalla propria auto. Si spezzò in pochi attimi una storia che stava per diventare una favola ed invece diventò un dramma. In 15.000 ai funerali di un calciatore che sarà per sempre indissolubilmente legato a Taranto. Quello Iacovone che darà il proprio nome allo Stadio Salinella e che domenica prossima verrà ricordato nel derby contro il Brindisi.
Perché Iacovone non era uno dei tanti. Ma vale la pena ricordarlo per quel Cremonese-Taranto. Era il 5 Febbraio, e di lì a poche ore sarebbe finito tutto. Ma Iacovone giocava per dare fiato e voce a quel sogno del Taranto, che diventava sempre più realistico, anche in virtù dei 20 punti fatti nel girone d’andata e del fatto che lo stesso attaccante ex Carpi era in testa alla classifica cannonieri. Il Taranto attaccò, dall’inizio alla fine. Provò a vincere una partita contro una squadra che sarebbe retrocessa a fine stagione, ma non ci riuscì. Ginulfi, portiere della Cremonese, parò di tutto. E Iacovone si arrese anche a due pali. Quella stessa notte ci fu l’incidente tragico che mise un punto finale ad un sogno che abortì sulla San Giorgio – Taranto.
In quel finale di partita, un pubblico appassionato e caldo come la Taranto calcistica sa essere, si alzò un urlo a squarciale il Salinella: “Iaco, Iaco, Iacovone…”. Ed è lo stesso grido che da 35 anni ricorda come Taranto abbia avuto una sola bandiera. E quella sì, nonostante la Serie sia diversa, nonostante ci sarà il Brindisi e non la Cremonese, nonostante da lì ad oggi sarebbero scoppiati come bolle di sapone quasi tutti i sogni di una città, quella è per sempre.