Ora che ne parlano anche i quotidiani e i telegiornali nazionali la campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo e per il Presidente della Commissione europea sembra davvero iniziata. L’8 aprile alle 16 è scaduto il termine per la registrazione delle liste. Sono 64 e, se il biglietto da visita di ognuna è, prima che il programma elettorale, il logo, molti di questi lasciano spazio a perplessità e riflessioni.
C’è la lista “Sacro Romani Impero” (sì, ho scritto proprio “Sacro Romano Impero”); tre liste che tutelano i diritti dei pensionati: “Pensionati e invalidi”, “Pensionati Consumatori”, “Pensionati” e basta; una che tutela i soli diritti degli invalidi “Movimento Italiano disabili”; una che, ad occhio e croce, dovrebbe difendere i diritti dei tifosi juventini: “Forza juve – Bunga Bunga – Usei”; ci sono ben quattro scudi crociati: “Partito Popolare Italiano”, “Democrazia Cristiana” (sì, avete letto bene!), “NCD – Alfano” e “CDU – Cristiani Democratici Uniti”.
Ma in questa proliferazione di simboli antichi su nuove sigle, i loghi che certamente potrebbero confondersi sono: “Lega Padana” per “Lega nord – Basta euro” e “Lista del Grillo Parlante – No euro” per “Movimento 5 Stelle”. D’altro canto, però, la Lega Nord ed il M5S godono di una grossa fidelizzazione da parte degli elettori, che, quindi, difficilmente sbaglieranno nel segnare la propria X sul simbolo giusto.
Forza Italia decide di mettere il nome Berlusconi nel logo, anche se della famiglia nessuno sembra poter o voler esser inserito in lista. Ma il brand è vincente e squadra che vince non si cambia, avranno pensato quelli di Forza Italia. Eppure tutta questa ritrosia delle figlie Berlusconi non è proprio quella che si direbbe una buona pubblicità.
Il PD, invece, sceglie di non inserire il nome del segretario del partito, Matteo Renzi, ufficialmente per non trasformare queste europee in un test di gradimento sul suo Governo. Sceglie, però, di indicare in basso in piccolo il gruppo parlamentare del quale fa parte: PSE. Infine, la lista L’Altra Europa con Tsipras, scritta bianca su sfondo rosso, nessun disegno, nessun simbolo. Lista di cui tanto si è cercato di non parlare e che tanto ha lasciato parlare di se’.
Si pensava che la legge nazionale per la presentazione di una lista per le elezioni europee, che prevede la raccolta di 150.000 firme su tutto il territorio nazionale, nonché 30.000 per collegio e 3.000 per Regione, sarebbe stata un ostacolo. La Valle D’Aosta ha lasciato tremare e temere il peggio, ma alla fine si sono unite le forze e i comitati in tutta Italia hanno dato buona prova di sé, portando la Valle D’Aosta oltre le 3.000 firme nel giro di una settimana e l’Italia a quota 220.000 firme circa fino a 24 ore fa.
Certo è che, se dovessimo operare un’analisi sulla base dei loghi, dovremmo concludere che in Italia molti sono gli sfiduciati e i confusi, moltissimi i nostalgici e pochissimi quelli che scelgono di stare a sinistra. Ma a fornire un quadro più completo saranno i programmi elettorali e la pubblicazione nei prossimi giorni dei nomi dei candidati.
Nell’attesa va rilevato qualche dato bizzarro anche per quel che riguarda il PD. Infatti pare che Matteo Renzi, oltre a voler portare nelle liste una ventata d’aria nuova, proponendo una candidatura anche all’ex calciatore 60enne Marco Tardelli e all’avvocatessa sfigurata dall’ex fidanzato nell’aprile del 2013, negli ultimi giorni abbia dato direttive che a fare da capolista siano cinque donne. Questo significa due cose: 1. per il collegio sud Michele Emiliano ha dovuto a malincuore cedere il posto a Pina Picierno e 2. Le pari opportunità nel PD passano ancora dal diktat di un uomo.