Verso la fine del 1939 gli studenti di medicina dell’Università Carolina (Praga) scesero in piazza per protestare contro l’occupazione tedesca; i nazisti – cercando di sedare la rivolta – uccisero uno studente, Jan Opletal. La processione per il funerale portò migliaia di studenti a manifestare nuovamente contro il regime e le truppe naziste presero d’assalto l’Università di Praga; la conseguenza fu che milleduecento studenti vennero imprigionati o portati nei campi di concentramento, mentre nove tra studenti e professori furono giustiziati senza alcun processo il 17 Novembre 1939.
Successivamente, sempre in questa data, ci sono stati altri esempi di rivolte di studenti e per questo motivo il Consiglio Internazionale Degli Studenti ha dichiarato il 17 Novembre la “Giornata Internazionale dello Studente”.
Ogni anno il 17 Novembre vengono organizzate mobilitazioni in tutta Europa per rivendicare i diritti degli studenti ad esprimersi, una istruzione pubblica di qualità, al diritto allo studio; tutte cose che purtroppo l’austerity imposta dall’Europa sta pian piano distruggendo.
In questa data gli studenti scendono in piazza per portare alla luce le problematiche che affliggono scuola ed università, per gridare il loro disappunto ed anche proporre soluzioni concrete a questa difficile situazione.
Quest’anno la data di mobilitazione nazionale è stata spostata al 15 (il 17 cadeva di domenica), ma nella nostra città gli studenti del “Movimento Studentesco Taranto” hanno voluto tener fede alla tradizione, organizzando un grande evento in Villa Peripato per il 17 Novembre. Questo anche per dimostrare che gli studenti non si mobilitano esclusivamente per saltare un giorno di scuola e partecipare ad una manifestazione senza nemmeno saperne il significato.
L’obiettivo era quello di creare una giornata dedicata interamente allo studente, inserendo iniziative di carattere culturale (es. dibattiti) ad altre prettamente ludiche (concerti, mostre ecc..).
L’intento in parte è stato raggiunto. Si è trattato di un evento realizzato in tempi ristrettissimi e da un gruppetto di studenti che, dopo molto lavoro, è riuscito a fare aggregazione e quindi unire più persone – per molti aspetti diverse tra loro e con posizioni differenti su varie questioni – ma accomunate dalla volontà di creare questa giornata.
Nella mattinata e in serata si è dato spazio ad artisti vari e concerti; c’erano anche vari stand di associazioni che promuovevano le loro attività.
L’unico aspetto criticabile è la mancanza di contenuti nel dibattito pomeridiano. Con questo non voglio dire che gli studenti tarantini non abbiano delle opinioni sulle questioni che li riguardano più da vicino (mancanza di strutture, di fondi per il diritto allo studio ecc…), altrimenti questo 17 Novembre non sarebbe mai stato organizzato ed il Movimento Studentesco Taranto; il problema fondamentale è che invece di discutere di queste idee, si perde ancora tempo a parlare dell’indifferenza di una parte degli studenti, del fatto che determinate situazioni sono le stesse da anni e quindi si dà per scontato che non potranno cambiare in futuro.
Che vi sia indifferenza nella gente è un dato di fatto, non è un fenomeno diffuso solo tra gli studenti; assodato questo ora bisogna trovare il modo per riportare le persone – ed in primis gli studenti – ad interessarsi della realtà, partecipare attivamente nell’analisi dei problemi ed informarsi sulle cause degli stessi, elaborare proposte per risolverli e costringere l’autorità competente (che sia il preside della scuola, il sindaco e qualsiasi altra istituzione) ad attuare quelle proposte. In poche parole bisogna tornare a fare politica. Il che non significa assolutamente stare in questo o quel partito, ma semplicemente discutere e confrontarsi con la collettività per far in modo di cambiare la scuola, l’università, ed anche la nostra città in generale.
Le basi per fare tutto questo ci sono, quello di oggi ad esempio è stato un punto di partenza: ragazzi di diverse scuole si sono incontrati costantemente nelle ultime settimane per realizzare questa giornata, l’auspicio è che questo tipo di lavoro continui anche in futuro.