#Sanremo2014 è stato l’hashtag per commentare il Festival della canzone italiana su Twitter e di commenti ce ne sono stati davvero tantissimi che si stenta a credere che ci sia stato un calo clamoroso negli ascolti visti i commenti sui social. A vederlo, però, era tutta un’altra storia: un po’ noioso, tanto è vero che la terza sera i tre hipster della redazione di Siderlandia hanno deciso di guardare un film di Wes Anderson.
Ma che succedeva sui social? Il solito: la gente si divide tra quelli che lo guardano e quelli che non lo guardano ma lo criticano, con varie sfumature e poche posizioni outsider.
Io, che sono una che guarda Sanremo tutti gli anni, commentavo il Festival in un gruppo di Facebook di amici e amici di amici.
Non vi farò la telecronaca, tranquilli, ma vi lascerò una serie di considerazioni che ho fatto.
1. Fino alla terza serata nessuno aveva capito che The Bloody Beetroots era il tipo con la maschera che cantava insieme a Raphael Gualazzi, e non il coro gospel che li accompagnava.
2. Renzo Rubino non se lo ricordava nessuno; al massimo per qualcuno è quello che cantava l’anno scorso “amami uomo con le mani da uomo”. (Che poi è una canzone ispirata alla storia di Rat-man, ma che ve lo dico a fare…)
3. Nessuno ha capito dove fosse la bellezza enunciata all’inizio del Festival.
4. Rocco Hunt ha vinto solo grazie al televoto perché i campani sono tantissimi.
5. “Una volta c’era molta più gnocca”.
6. Puntare sul vintage (Kessler, Arbore, Carrà) non paga, scommettere sul moralismo e sul buonismo (Fazio, Littizzetto) non paga, ma Baglioni e Ligabue non ce li togliamo più dalle palle.
7. Rufus Wainwright, contestato dai Papa Boys, sembrava dovesse fare uno spettacolo pieno di vibratori, immagini pornografiche e bruciare santini della Madonna in diretta e invece gli abbiamo voluto bene.
8. Sinigallia che viene squalificato è una cosa di cui nessuno si è dispiaciuto.
9. I Perturbazione non li conosce quasi nessuno (e fate malissimo!)
10. Vessicchio è il vincitore morale di Sanremo, ogni anno di più.
Un ricordo particolare al giornalista del Corriere che sarà licenziato per aver twittato il risultato del vincitore con 10 minuti di anticipo.